Torino - I conti a postissimo, ma si sapeva. E Pavel Nedved vice presidente per il prossimo triennio: novità del giorno, questa. L'assemblea degli azionisti della Juventus ha approvato il bilancio dello scorso esercizio tra squilli di tromba (legittimi: fatturato record di 348 milioni e utile da 2,3), qualche precisazione e i richiami di Agnelli alla necessità di un cambiamento che riguardi la politica sportiva (non solo) nazionale. Ovviamente è stata giornata non solo dedicata ai conti, ma anche all'aspetto sportivo: «Chiunque lavori alla Juve - ha detto il presidente - deve sapere che l'attuale 14esimo posto in classifica è inaccettabile». Tiratina d'orecchie a tutti, ma tant'è. «Serve pazienza, pur se noi vogliamo vincere subito», ha detto Marotta. Rintuzzando certi malumori legati all'arrivo di Hernanes («abbiamo speso una cifra congrua e per l'Inter si è trattato di una minusvalenza. Non rappresentava una prima scelta, ma può farci comodo anche se non abbiamo mai pensato di avere portato a casa un fenomeno») e all'utilizzo di Dybala: «È un talento e le risposte non possono essere immediate». Calma, sangue freddo e «unità», chiesta a gran voce da Nedved. Il tutto, mentre Agnelli insiste con i cavalli di battaglia: «Manca più di un anno alle elezioni federali e mi auguro che gli attuali dirigenti facciano le riforme necessarie, a partire dalla riduzione delle squadre di A e fino all'istituzione delle squadre B».
Quelli della società Juventus - che nella relazione finanziaria annuale ha tolto l'asterisco di solito presente al fianco del numero degli scudetti vinti - sono ottimi ma sempre migliorabili: «La prossima sfida è non essere troppo dipendenti dai ricavi delle competizioni internazionali - ha precisato Agnelli -. Vorremmo stabilizzarci intorno a un fatturato di 300 milioni, al netto dei soldi provenienti dalle coppe. Real, Barcellona, Bayern e United sono avanti a noi e lo rimarranno, ma dobbiamo sviluppare la base dei ricavi aggredendo mercati tipo Cina, Giappone e Usa».
E calciopoli? «Sono ancora pendenti al Tar del Lazio la richiesta danni alla Federazione (444 milioni di euro, ndr) e, davanti alla Corte d'Appello di Roma, il ricorso contro la decisione di non decidere sull'assegnazione dello scudetto 2006». L'impressione, però, è che i toni fossero più morbidi rispetto ad altre occasioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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