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Per aiutare Alex 56 azzurri pronti a fare il test sul Dna

Per aiutare Alex 56 azzurri pronti a fare  il test sul Dna

Roma. Per l'Italia, per il nostro movimento, è una svolta senza precedenti e che, oltre a rendere una volta di più un giallo sportivo la vicenda di Alex Schwazer, il marciatore azzurro squalificato perché accusato di recidiva al doping, potrebbe aiutare a far luce su cosa sia veramente accaduto nell'inverno del 2016. Grazie infatti alla collaborazione offerta dalla Fidal, la Federatletica italiana, seguita alla richiesta del Gip di Bolzano Walter Pelino, entro metà dicembre 56 atleti italiani delle specialità endurance, ovvero marciatori e corridori sulle lunghe distanze, si sottoporranno ad un prelievo di urine. Il fine è legato all'indagine di Bolzano sulla seconda positività al doping di Schwazer, quella del primo gennaio 2016 che causò l'esclusione dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro e la successiva squalifica per otto anni.

Secondo il giudice Pelino, «l'ipotesi della manipolazione rimane in campo». Lo stesso gip ha definito «compromettente lo scambio di email» tra i vertici dell'antidoping della Iaaf e quelli del laboratorio antidoping di Colonia dov'erano custodite le provette di Schwazer nelle quali si evinceva il «complotto nei confronti di A.S.», ovvero Alex Schwazer. La lista dei 56 che hanno aderito è stata consegnata ieri al gip Pelino. Si tratta di uno studio sulla densità di Dna presente nelle urine di un maratoneta o marciatore, quindi atleta che pratica una disciplina simile o uguale a quella di Schwazer. Da capire se le qualità delle urine prelevate siano analoghe a quelle di Schwazer oppure se le caratteristiche del Dna siano completamente diverse, situazione che avvallerebbe una modifica artificiale, quindi una manipolazione, fatta da ignoti successivamente al controllo effettuato presso l'abitazione del marciatore. Quest'ultimo caso avvallerebbe la teoria del complotto sostenuta da Schwazer, dal suo allenatore Sandro Donati e dai legali.

Nel frattempo il campione olimpico della 50 km di marcia di Pechino 2008 ha deciso di tornare ad allenarsi sperando, nel caso prima di una sospensiva e poi di una revoca della squalifica, di tornare a gareggiare sognando le Olimpiadi di Tokyo 2020.

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