Marcello Di Dio
nostro inviato a Napoli
Ora che il Napoli veste i panni dell'inseguitore, la squadra di Sarri sembra aver perso quella spregiudicatezza nel gioco che era il suo marchio di fabbrica. La tensione, a chi non è abituato a lottare per qualcosa di grande, porta minore spettacolo e più frenesia. E in serate come quella di ieri, nella quale si trovano avversari ostici come il Genoa - solidi in difesa, ben organizzati e capaci di poterti far male in contropiede - serve un episodio che possa far girare la partita. I valori tecnici sono molto diversi, c'è maggiore qualità nei partenopei, ma al netto di due pali colpiti da Mertens e Insigne e di tre limpide occasioni create dai Grifoni, è la zuccata di Raul Albiol a regalare tre punti mai così pesanti nell'economia di un campionato vissuto a cento all'ora e con un ritmo vertiginoso.
Lo spagnolo sceglie la notte ideale (quella della 200ª partita con il Napoli) per tornare al gol, il quarto in maglia partenopea, dopo oltre due anni (l'ultimo in A a Frosinone il 10 gennaio 2016, mentre al San Paolo non segnava dal gennaio 2014). Napoli a -2 dalla Juve che, dopo il sorpasso e l'allungo costruito in 15 giorni dal gol di Dybala al recupero vincente con l'Atalanta, frena improvvisamente. Stava per essere la notte dei rimpianti per un Napoli che non ha più la verve di qualche settimana fa, diventa la notte della speranza ancora viva per l'inseguimento di un sogno che ha portato a rinunciare strada facendo a tutti gli obiettivi stagionali. Vincere di misura gare così difficili e sofferte è un buon viatico per una squadra che deve ora imparare a snaturarsi e a essere più cinica e magari meno spettacolare, ma concreta nel risultato. Quattro sono le tappe che mancano allo scontro diretto dello Stadium del 22 aprile, la madre di tutte le partite, e Mertens e compagni dovranno essere bravi a non perdere colpi e a sfruttare gli eventuali passi falsi dei bianconeri magari distratti dalla Champions e dell'impegno con il Real Madrid.
L'effetto Spal di sabato, con lo 0-0 tra ferraresi e la Juventus, non dà subito quella scossa che si attendeva. Così, di fronte a un possesso palla continuato ma sterile della truppa di Sarri, il contropiede del Genoa potrebbe far male. Napoli lento, prevedibile, poco ispirato con un Jorginho senza idee e un Hamsik fuorigioco dopo 18 minuti per un problema al flessore. I Grifoni, terza difesa esterna del torneo, resistono senza affanni e a lungo hanno buon gioco. Le tre occasioni create (Lazovic, Pandev e soprattutto Spolli) mettono paura a Reina e a uno stadio colorato ma con larghi spazi vuoti. C'è ancora entusiasmo da queste parti, come dimostrano cori e striscioni inneggianti al gruppo e a Sarri. Così con la forza dei nervi, il Napoli prova a riaccendersi con il passare dei minuti. Il palo di Insigne a fine primo tempo e quello di Mertens agli albori della ripresa sono timidi segnali che il Napoli vuole prendersi la gara.
Ci penserà Albiol con la sua incursione di testa a fare quello che non riesce al tridente di casa. Partita condotta in porto senza grandi affanni con un urlo finale del pubblico più liberatorio che festoso. Il Napoli c'è e torna a far sentire il fiato sul collo alla Juve.
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