Tra alibi e scuse il Napoli ora è in ansia

La rosa è troppo corta e Sarri se la prende con i campi. Ma può ripartire

Tra alibi e scuse il Napoli ora è in ansia

Il «black friday» del Napoli conferma le incertezze sulla macchina di Sarri andata di colpo fuori giri. E lo stesso tecnico ha fatto «outing» con un attacco nemmeno tanto velato al mercato estivo di De Laurentiis, anche se c'è da tenere presente la ricaduta di Milik. «I tre lì davanti devono stringere i denti, non abbiamo ricambi e non abbiamo neanche soluzioni per i finali di partita con attaccanti centrali», il Sarri-pensiero subito dopo il ko con la Juventus sancito dall'ex Higuain («ingiusti i fischi contro di lui», la difesa del tecnico all'argentino). Un ko che ha rimesso in discussione le gerarchie del campionato (oggi potrebbe ritrovarsi secondo) e ha sancito un'amara verità: nelle due gare con le dirette concorrenti per il titolo il Napoli al San Paolo ha fatto zero gol e un punto. E una statistica interessante di Opta evidenzia come i partenopei abbiano perso solo tre gare delle ultime 45 in A, due delle quali contro i bianconeri. Segno che se il gap con la squadra di Allegri continua a diminuire, nei confronti faccia a faccia il Napoli mostra ancora sudditanza.

La truppa azzurra è in riserva psicofisica e i titolari inamovibili (Insigne e Callejon in primis, che hanno saltato una partita in due dall'agosto 2016 a oggi, con il folletto di Frattamaggiore che soffre da quasi un mese di un problema al pube) sono la cartina tornasole del fatto che un calcio come quello proposto da Sarri alla fine può logorarti se non prendi mai un attimo di respiro. E l'appannamento delle ultime settimane, che molti avevano letto come gestione delle gare visto che i punti continuavano ad arrivare, era un segnale di un meccanismo che iniziava ad incepparsi.

La stagione del Napoli non è certo finita venerdì al San Paolo (non si può cancellare il bel cammino finora compiuto), ma la coperta corta evidente a tutti e ora «denunciata» pubblicamente anche da Sarri (che ha attuato un vero turnover solo a centrocampo) è un limite di una formazione che corre a cento all'ora e macina oltre un centinaio di chilometri a partita. E quello zero alla voce gol segnati, registratosi già tre volte nelle ultime sette gare dimostra che gli alibi di Sarri (contestati da Allegri), ad esempio sui terreni inadeguati per la serie A, cercano di ricoprire le magagne della squadra. Ormai è chiaro: quando il Napoli non riesce a esprimere il meglio del suo repertorio o si ostina a gettare in area palloni alti dalle fasce inutilizzabili per il tridente dei piccoletti, finisce in un labirinto che non ha via d'uscita. E gli approcci timidi in partite come quelle con la Juventus rischiano di farti restare al buio. Così come un possesso palla monstre (il 67 per cento) ma senza profondità e con la paura di osare.

Il

capitolo in bianconero deve essere già il passato, ora c'è subito da voltare pagina e tentare di prendersi una difficile qualificazione agli ottavi di Champions. Perché alla fine solo i risultati positivi aiutano a dimenticare.

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