Allegri gioca d'anticipo. Riapre già Milanello per svegliare il Diavolo

Priorità: rifondare la rosa, eliminare le fragilità, ritrovare lo spirito di gruppo

Allegri gioca d'anticipo. Riapre già Milanello per svegliare il Diavolo
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Allegri e il Milan vanno di corsa. Devono risalire una classifica inquietante, ottavo posto, fuori dalle coppe europee, e provare a rimettere il club in prima fila. Da oggi si spalancano i cancelli di Milanello e comincia l'avventura con tre giorni di test per i primi convocati (i nazionali rientreranno dopo) divisi in altrettanti gruppi così da monitorare la salute collettiva e dettare le linee guida della prossima stagione. Tra queste la prima è già sotto gli occhi di tutti: il numero ridotto della rosa per un solo torneo lungo (più coppa Italia e Supercoppa d'Italia) al fine di non alimentare dissapori tra gli esclusi. Al buon intenditor, poche parole: chi resta deve pedalare dal primo giorno. Si cambia quasi tutto rispetto al rovinoso passato, innanzitutto la direzione dell'area tecnica con Tare ds e Max in panchina, persino il logo del club sulle divise è stato recuperato dalla gloriosa tradizione per segnalare il tentativo di recuperare le nobili origini del brand. Allegri e il Milan vanno di corsa perché devono risalire la china degli oltre 20 punti di distacco accumulati rispetto al Napoli dello scudetto nella passata stagione e si ritrovano fissato per il 17 agosto la prima sfida ufficiale a San Siro, contro il Bari, una sorta di preliminare di coppa Italia, quasi l'applicazione della legge del contrappasso dopo aver perso la finale di metà maggio con il Bologna decretando il fallimento tecnico della stagione. È come ripartire dall'anno zero, insomma.

Allegri ha fissato i suoi principi di gioco, tocca a Tare realizzare tutti gli obiettivi dichiarati in modo pubblico qualche giorno fa. Non ha segreti questo Milan e nella pratica più che una rivoluzione, il mercato impostato ha la caratteristica di un'autentica rifondazione della rosa correggendo i difetti più vistosi (difesa e centrocampo fragili, si tagliavano con un grissino), provando a esaltare il talento dei pochi superstiti della passata stagione (Maignan, Pavlovic, Fofana, Pulisic, Leao) e ridisegnando il motore della squadra (l'arrivo di Modric è l'innesto simbolo più Ricci che ieri ha fatto le visite e firmato il contratto). Non va di corsa di mercato perché molte sono le trattative imbastite, pochi gli affari conclusi e decisive le partenze da definire (Theo Hernandez oltre ad alcuni esponenti rientrati dai prestiti come Pobega e Bennacer) per completare il puzzle che prevede gli arrivi di qualche talento tutto da scoprire (il giovane centrocampista Jashari del Bruges) e la copertura di alcuni ruoli scoperti (i due terzini, il centravanti di scorta a Gimenez). Due casi, di segno diverso, possono diventare didascalici: Saelemaekers e Adli.

Il primo, tornato dalla Roma, nel disegno di Allegri è una pedina fondamentale per garantire equilibrio e assist, il secondo -rimpatriato dalla Fiorentina che non lo ha riscattato- è stato retrocesso con il Milan futuro allo scopo di spingerlo a cercarsi una nuova destinazione. È un metodo che non aiuta (il precedente Origi insegna).

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