Saltano i nervi al Milan, oltre che le marcature. Saltano i nervi ad Allegri, protagonista, di un battibecco pubblico con Pippo Inzaghi, da qualche settimana allenatore degli allievi rossoneri e indicato, da molti giorni, come uno dei candidati a rimpiazzare sulla panchina il livornese. Allegri è un tipo fumantino, d'accordo, ma nemmeno Inzaghi è santerello. I rapporti con Pippo sono naufragati perché due anni fa gli sconsigliò di restare ancora a far panchina e fu inascoltato. Pippo era a caccia di record ed era convinto di poter competere con Ibra, Cassano, Robinho e compagnia. Non solo. Nell'ultima stagione tra i due il legame professionale è precipitato: Allegri ha spesso relegato il centravanti, 38 anni sulla schiena e qualche acciacco muscolare evidente, ai margini del gruppo. Dal suo canto Pippo ha molto soffiato sul fuoco dello spogliatoio e reclamato a viva voce un posto che pure non gli è stato vietato contro il Novara per ottenere la passerella finale e il gol conclusivo della sua magica carriera in rossonero.
Mercoledì pomeriggio, a poche ore dalla delusione per lo 0 a 0 con l'Anderlecht, mentre si rincorrevano le voci di una conferma a tempo per Allegri e di un possibile arrivo di Inzaghi al fianco di Tassotti come sostituto di Allegri, il tecnico livornese si è recato al centro sportivo Vismara, in compagnia di Filippo Galli, responsabile del settore giovanile. Probabilmente non era animato da buone intenzioni ma cercava il duello rusticano. «É una sua abitudine, l'ha fatto anche nei precedenti anni», fanno sapere alcuni collaboratori del livornese. Vero. Qui Allegri ha salutato i componenti della squadra allievi che si preparava ad allenarsi e con loro anche uno dei collaboratori di Inzaghi, Stefano Nava. Pippo, in compagnia di un altro suo collaboratore, Fiorin, seduto in panchina, alla vista di Allegri si è spostato trasferendosi in un'altra zona del centro sportivo. È stata la scintilla che ha provocato l'incendio. Di qui il battibecco tra i due, con botta e risposta polemico, molto polemico: secondo alcune ricostruzioni sono volati insulti. L'incidente ha avuto per testimoni, oltre ai componenti della squadra allievi, anche alcuni genitori presenti all'allenamento.
I sordi rancori personali dei due sono venuti fuori: Allegri non ha di sicuro perdonato a Inzaghi il comportamento negli ultimi tre mesi della passata stagione, dentro lo spogliatoio; Pippo ha considerato una ferita mortale l'oblio calcistico a cui è stato sospinto.
Nel giro di poche ore, l'episodio è diventato di dominio pubblico e attraverso twitter, ha fatto il giro dei siti e del web. Dinanzi alle prime domande e telefonate, il Milan ha fatto catenaccio. Nessun commento da parte del club (Galliani è stato informato quasi in diretta dell'avvenuto litigio), Allegri ha negato anche di chiamarsi Massimiliano per non offrire una sola parola virgolettata, Inzaghi ha rispettato il silenzio stampa anche con gli sms questa volta. Ma è il segnale di un ambiente precipitato sull'orlo di una crisi di nervi. E di un clima di pesante incertezza che ha contribuito a rendere ancora più precaria la vita dei protagonisti.
Adriano Galliani non è rimasto rintanato nel suo ufficio di via Turati e ha scelto di presentarsi a Milanello per testimoniare, in diretta, la fiducia nei confronti di tecnico e squadra. Quel clima da ultima spiaggia e da ore contate è la peggiore preparazione al delicato viaggio a Udine previsto per domenica pomeriggio. Dietro i cancelli di Carnago, il vice-presidente vicario ha trovato una folta rappresentanza dei curvaioli. Sono stati loro, gli unici, martedì notte, a incitare il Milan nonostante lo 0 a 0 deludente e a rendere meno avvilente quel coro di fischi sollevatosi dal resto dello stadio semi-deserto. Allegri, Ambrosini, il capitano, e Abbiati, il suo vice, non si sono nascosti.
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