Sarà solo una battuta, ma somiglia tanto al tottiano: «Fatevi un campionato a parte». Detto ovviamente alla Juve. Qui è Montella che, con il sorriso da bravo ragazzo sulle labbra, ha allungato l'idea che tortura le menti di tutti gli antijuventini. E Firenze ne è piena. «Per fermarli dovremmo giocare in 12». Cioè undici più chi? Di solito le malelingue dicono che è la Juve a giocare in dodici, con l'arbitro. E stasera l'arbitro sarà Rizzoli, pur aureolato mondiale ma che, ogni tanto, combina guai. Qui la battuta inverte l'ordine delle idee, non la cattiveria dei pensieri. «La Juve è sempre una squadra quasi imbattibile, ha tantissime armi e giocatori di temperamento come Tevez. Conte ha costruito un'identità nel tempo, Allegri l'ha mantenuta e ha pure cambiato qualcosina», Montella l'ha chiusa così. Fino a stasera dove si sprecherà la verve dialettica del tifo viola. Intanto sono state rafforzate le misure di sicurezza.
Sfida del venerdì da santificare alla Champions. La Juve pensa all'Atletico, perchè così vuole il copione ed anche la logica di questa parte di stagione. A Firenze, comunque vada, non succederà niente: la Signora resterà in testa al campionato. Meglio pensare al bello del pallone. Ovvero chiedersi se la Juve di Allegri dimostrerà d'essere migliore di quella di Conte. Montella ha già proposto un angolo di osservazione. L'anno passato la Juve perse con un disastroso 4-2 in campionato, poi furono una sfilza di successi. Onorò il rango vincendo 2-0 in Eurocoppa, con Pirlo che ci mise la punizione-qualità. Nella Viola, c'era Pepito Rossi che rifilò tre gol della quaterna, stavolta ci sarà Mario Gomez che ha ripreso l'abitudine da poco. Dici Gomez e ti vien Tevez per assonanza. Non certo Babacar, capocannoniere viola con 4 reti, contro le 9 dell'argentino. E magari Allegri dirà Llorente lasciando l'Apache sulla panca con Marchisio e Pereyra in campo. Conta la Champions: ritornello facile. Dici Pirlo e ti vien Mati Fernandez per specialità: quella dei tiri da lontano. In Europa Juve e Fiorentina sono ai primi due posti. C'è sempre un modo per sentirsi i migliori. Dici Cuadrado e pensi: quel che manca alla Juve. Dici Fiorentina e pensi tecnica, dici Juve e pensi forza dirompente. Poi ci sarebbe da parlare di una difesa con i cerotti (Juve) e di un'altra che tien botta (una delle migliori della serie A) e di un centrocampo che fa qualità contro i carriarmati bianconeri.
Ieri Allegri ha mischiato idee e ipotesi, ma non i presupposti. Dici Fiorentina, pensi Roma. «Sono convinti di vincere lo scudetto? Mi sembra normale, sarebbe strano che dicessero che lo scudetto è nostro. La stessa convinzione l'abbiamo noi. Alleno un gruppo di giocatori che ha vinto tanto, ma ha messo tutto da parte e non si accontenta». E per far intendere ha provato in allenamento e proposto una serie di idee per accendere la fantasia. «Potrebbe giocare Tevez trequartista. E per l'attacco sono pronti anche Coman e Giovinco». Magari una coppia Coman-Llorente (provata sul campo). Piccolo o grande, comunque turnover prima della banalizzazione classica: «Alla Champions penserò da sabato».
Peccato, perchè Fiorentina-Juve non può essere banalizzata nemmeno con le frasi da vigilia. Non è masi stato così nel racconto delle sfide. Gomez segnò alla Juve a Torino in Europa League, ora è tornato alla buona mira dopo otto mesi di tormento. Stavolta segnare alla Signora potrebbe essere letale, non fatale per il campionato.
Oggi più che mai contano la Juve, il suo gruppo, i suoi numeri, la sua Champions, Pirlo che torna architetto, Tevez che gestisce il fisico, l'idea che la Signora possa giocare in difesa vecchio stile (a tre con Ogbonna) oppure a quattro, ma non cambia la sostanza: squadra che fa sostanza. E vuol dimostrare di essere più forte di quella di Conte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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