Altro che Usa e crisi, l'Iran in rivolta per Stramaccioni

L'allenatore lascia la panchina dell'Esteghlal, i tifosi protestano sotto i palazzi governativi

Altro che Usa e crisi, l'Iran in rivolta per Stramaccioni

Il braccio di ferro con gli Usa? La benzina che aumenta? Le rivolte sociali che mettono in crisi la rivoluzione islamica? Ma che volete sia, rispetto allo Stramaccioni fuggitivo che lascia la squadra, l'Esteghlal, in testa al campionato. Vero, la miglior squadra iraniana non merita un trattamento da poveri illusi, ma suvvia c'è di peggio nella vita e, soprattutto, ci sono argomenti migliori per i quali scendere in piazza. Sarà pure un gioco politico, ma battersi per il buon Strama rischia di passare alla storia per risvolti comici più che passionali.

Riavvolgiamo la storia da scherzi a parte: i filmati ci fanno vedere un centinaio di iraniani in piazza a Teheran, con tanto di cori e braccia levate davanti alla sede del ministero dello sport. L'Esteghlal, infatti, è club di proprietà pubblica. Ne è seguita l'irruzione nella sede: un dirigente è stato aggredito, presidente e dirigenti si sono dimessi. Il caso ha fatto saltare diverse marcature, tanto che il ministero degli esteri ha chiesto la collaborazione dell'Ambasciata italiana per risolvere la situazione. Come? Convincendo il non più giovanissimo Strama degli esordi interisti (oggi 43 anni, allora 35) a tornare sui suoi passi.

Pur fra mille difficoltà (ad agosto gli hanno negato l'interprete, un visto scaduto ha impedito una vacanza in patria), l'allenatore stava svolgendo un buon lavoro e la squadra prima in classifica, dopo sei anni di assenza, aveva fatto dimenticare un periodo difficile. Tifosi soddisfatti, padroni della società pure, peccato però quelle difficoltà per ricevere lo stipendio: a lui, allo staff, ai giocatori. Problemi burocratici, la scusa ufficiale. I tifosi se la sono presa con il ministro dello sport, Masoud Soltanifar, accusandolo di tifare Persepolis, squadra concorrente, e quindi di boicottare il loro club. Ma il problema sembra più profondo: Stramaccioni ha rescisso unilateralmente il contratto per giusta causa circa quel problemino di danari, non proprio l'ultimo dei problemi. In Iran tutto è difficile: le sanzioni alle quali è sottoposto il Paese impediscono pagamenti su conto corrente all'estero. L'emittente locale, Radio Frada, ha spiegato che possono essere attivati solo pagamenti di piccole somme, non attraverso il conto ufficiale del club e questo avrebbe causato sospetti di riciclaggio.La Fifa impone regole che il club non è riuscito ad adempiere, ha tergiversato l'allenatore. Pronto a tornare in panchina- ha aggiunto-. Se la situazione si sanasse dal punto di vista legale.

Inutili i tentativi di un accomodamento soft, e allora Stramaccioni ha preso un aereo privato ed è rientrato in Italia: non deve essere stato esattamente un gioco facile. Non si parte e arriva a Teheran senza visti e permessi, come gli è accaduto in agosto appunto.

Lo staff, per esempio, non ha viaggiato con lui. È rimasta la squadra: ieri in campo nel grande stadio Azadi, anziché nel piccolo Qods, per controllare le tensioni. Gli avversari del Paykan hanno pescato il pari nei minuti di recupero. I guai non vengono mai soli.

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