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Ancelotti assalta Monaco, la città proibita del Real

Guardiola: "Nel calcio comanda chi ha la palla". Carlo: "Catenaccio? Non è una parolaccia"

Ancelotti assalta Monaco, la città proibita del Real

Benvenuti nella città proibita. Un cartello immaginario ha accolto il Real Madrid a Monaco di Baviera, alla vigilia del ritorno della semifinale di Champions (stasera, ore 20.45). Che fosse Olympiastadion o Allianz Arena, in casa del Bayern sono infatti sempre stati dolori per i blancos. Dieci precedenti, nove sconfitte e un pareggio. Eppure in Spagna sono convinti che la finale sia vicina, forti dell'1-0 dell'andata griffato Benzema.
«Ho letto che a Madrid pensano già di essere a Lisbona - graffia Pep Guardiola -. Ok, siamo sotto 1-0, ma la nostra intenzione è di fare gol, stavolta». Un grido di battaglia, il Bayern non si arrende. Anche se il tecnico catalano sa bene di che armi sia dotato il nemico. «Conoscendo Ancelotti, il Real non verrà qui a difendersi e basta, ma cercherà di segnare - continua Pep -. I loro attaccanti sono rapidissimi, nemmeno i difensori più veloci al mondo riuscirebbero a fermarli. Ecco perché bisogna tenerli lontani dalla nostra area». Il modo è semplice e ha un nome che ormai è il marchio di fabbrica del guardiolismo: tiki taka. «Amo il possesso palla - confessa l'ex Barcellona -. All'andata abbiamo tenuto il controllo, ma siamo stati poco pericolosi. Dovremo ripetere una partita simile, ma essere più concreti e aggressivi». Insomma, la filosofia non cambia. «Nel calcio comanda chi ha la palla, non chi mette sette difensori a proteggere l'area di rigore». Andate a dirlo a Mourinho.

Un cambio tattico Guardiola è però intenzionato a farlo. Lahm torna terzino, mentre a centrocampo subentra Javi Martinez. L'escluso è Rafinha, disastroso all'andata. Le speranze di passaggio del turno passano però principalmente dai piedi di Ribery. Pep carica la sua stella. «Meritava il Pallone d'oro - dice secco -. E a noi serve nella sua miglior versione, quella arrabbiata».

L'atmosfera nella casa blanca è più rilassata. Bale dovrebbe partire dall'inizio ed è già un buon punto di partenza. Ancelotti si concentra sull'aspetto mentale. «Entrare in campo con timidezza può essere pericoloso - spiega Carletto -. Rispetto all'andata dovremo avere un approccio differente, anche se mi aspetto una partita simile». Ai pochi che lo criticano per aver giocato in contropiede al Bernabeu, Ancelotti risponde in modo pacifico. «Catenaccio? Per noi italiani non è una brutta parola, ci ha fatto vincere molto in passato. Ma il sistema conta poco. La squadra perfetta difende con gli attaccanti e attacca con i difensori». A differenza di Guardiola, il tecnico del Real non ha un unico credo calcistico. «La filosofia di gioco la fanno i giocatori a disposizione. Con la rosa che ho a Madrid, preferisco fare un calcio più rapido e veloce».

Karl-Heinz Rummenigge accende la tifoseria tedesca. «Voglio vedere incendiarsi anche gli alberi». Serafica la risposta di Ancelotti: «Fiamme? Per ora qui a Monaco piove…». Occhio ai diffidati: un cartellino giallo costerebbe la finale a Sergio Ramos, Illarramendi e Xabi Alonso nel Real e a Mandzukic nel Bayern. E se volete una dritta per scommettere, ascoltate Jurgen Klopp, allenatore del Borussia Dortmund.

«Sono sicuro che passerà il Bayern». Che sia solo una gufata al nemico di sempre?

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