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Ancelotti in mano al non allenatore Gotti

Il tecnico più vincente si gioca il futuro contro il collega che vuole restare vice

Ancelotti in mano al non allenatore Gotti

Napoli Non si può neanche dire che l'allievo sfidi il maestro. Perché non ha alcuna intenzione di diventare tale. «Mi fate sempre la stessa domanda e io rispondo sempre alla stessa maniera. Per l'ennesima volta: sono un semplice traghettatore, non mi interessano soldi e fama, voglio soltanto tornare a fare il secondo il più presto possibile». Eppure Luca Gotti, veneto di Adria, umiltà e coraggio da vendere a quintali, potrebbe mettere fine all'esperienza del nostro mister più titolato su una delle panchine più blasonate. Ancelotti sa bene che il futuro suo e quello del Napoli passano inevitabilmente per Udine, crocevia del campionato, appuntamento da non fallire dopo un ritiro forzato dove sono volate parole grosse e anche qualche straccio.

Ovviamente Gotti non si fida. «Grande squadra, le assenze di Allan e Milik non tolgono nulla al valore degli azzurri. Rispetto massimo per loro».

Carletto è rimasto in silenzio. Le quattro giornate di Napoli gli mettono addosso un po' di apprensione. La squadra non è serena, sfilacciata in gruppetti e in disaccordo (una parte) con il tecnico e con il club (quasi tutti). Se non si svolta oggi, addio campionato. E poi ci sarà la Champions, l'unico obiettivo per dare un senso alla stagione che finora non ha avuto alcun senso: il modesto Genk al San Paolo martedì in altri tempi non avrebbe messo paura (basterà un pareggio per accedere agli ottavi) ma vatti a fidare di questo Napoli. Incompleto al Friuli ancora una volta: oltre ad Allan e Milik, sono fortemente in dubbio Koulibaly e Mertens, con Callejon relegato in panchina per la terza volta di fila e dietro la bocciatura dello spagnolo non si leggono semplici motivazioni tecniche. Si ha quasi la sensazione che i Masaniello siano stati messi in disparte poco alla volta, o che abbiano fatto un passo indietro. Ma da Udine non si scappa: o il Napoli riprende a camminare (non vince da otto gare, sei di campionato e due di Champions) o cadranno le prime teste.

Ancelotti rischia più di tutti e potrebbe capitolare per mano di chi non ambisce a raggiungere i suoi livelli. Mah

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