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Andy e Nole ko: l'erba non cura i dolori

Murray si arrende per l'anca, Djokovic si ritira per un problema al gomito

Andy e Nole ko: l'erba non cura i dolori

Uno con l'anca sbilenca, l'altro con il gomito del tennista. Capita che ad un certo punto Wimbledon si trasformi in un dopolavoro, se non fosse che quelli che ne escono malconci sono Andy Murray e Novak Djokovic e che dunque il torneo arrivi alle semfinale pieno di stupore. Clamoroso a Church Road insomma, ma quelli dei favoriti sono scricchiolii che arrivano da lontano, di corpo e di testa. Così ecco che Sam Querrey, il ragazzone americano che già l'anno scorso aveva fatto fuori Djokovic, non sorprende più di tanto quando Murray finisce la benzina e la tolleranza: lo scozzese zoppica per il campo e l'approdo al quinto set è praticamente una condanna. Finisce 3-6, 6-4, 6-7, 6-1, 6-1, mentre sul campo numero 1 un eroico Muller, giustiziere di Nadal, porta al quinto anche Cilic senza però avere più miracoli in tasca (3-6, 7-6- 7-5. 5-7, 6-1 il punteggio). E quindi: il croato diventa la mina vagante sulla strada del Re, visto che Roger Federer avrà non più Nole ma Berdych da superare per arrivare in finale. Djokovic che dopo aver perso il tie break del primo set ha chiamato il medico per un malanno al gomito, arrendendosi due game dopo («Mi faceva sempre più male, ora mi riposerò per un po'»). Domanda: Novak in versione cannibile avrebbe resistito? Risposta impossibile, ancorché il pensiero sia venuto a molti.

Di sicuro resta che Federer diventa favorissimo dopo essersi disfatto in tre set di Raonic nel suo centesimo match sull'erba di Wimbledon: l'ultima volta in cui tra i primi quattro restò solo lui era Parigi 2009. Quello che vinse. Lo svizzero la prende con la solita sportività: «Spero che l'infortunio di Novak non sia grave, io ringrazio la fortuna che mi ha permesso di essere ancora qui in salute». E riguardo alle sue chance Roger sta sereno: «È bello vedere ogni tanto qualche faccia nuova a questo punto». Poi, ricordando che Berdych è suo amico (nei testa a testa è 18-6 e non a caso il ceco è stato soprannominato Perdych), conclude con la massima del giorno: «Oggi ho giocato bene, ma si può sempre migliorare». Ancora?

Oggi semifinali donne (h14): Muguruza-Rybarikova; V.Williams-Konta.

Domani semifinali uomini: Cilic-Querrey; Federer-Berdych.

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