Stasera a Madrid (ore 21, diretta TV su Sportitalia) il basket riceverà l'ultima lezione americana nella finale che gli Stati Uniti giocheranno contro la Serbia e i figli di una grande scuola europea riscattata in questa fiesta mobile dove le vere grandi vittime sono stati gli spagnoli, in un anno nero nel calcio e nel basket.
Dovevano essere loro a contendere il titolo alla squadra di Krzyzewski, il maestro di Duke che arriva da 44 successi consecutivi pur non avendo i più celebrati assi della Nba, da Lebron James a Durant, ma i fanatici dicono che volendo avrebbe potuto mettere insieme altre tre squadre capaci di dominare il torneo come hanno fatto questi che in 8 partite hanno sempre accarezzato la linea dei 100 punti creando il maremoto sottocanestro con Kenneth Faried e Davies, avendo da Kyle Irving, più che da Harden o Rose, da Klay Thompson più che da Curry, Gay, Derozan, tutti celebrati miliardari della Nba, i colpi di genio per risolvere ogni sfida.
Davanti hanno i figli imperfetti della meravigliosa scuola slava, giocatori che Sasha Djordjevic, il genio, ha fatto ridiventare squadra, talenti spesso egoisti, miscelando Bogdanovic , Bjelica e Teodosic, con veterani come Krstic e il Radulijca appena lasciato disoccupato da Milwaukee.
Per gli Stati Uniti un viaggio senza sussulti. Per la Serbia, invece, un tormentato approdo a quello che un tempo era il porto delle medaglie jugoslave.
Girone di qualificazione sofferto, perdendo contro Francia e Brasile, le avversarie che poi, nelle partite senza domani ha eliminato dopo aver sistemato la Grecia che era arrivata imbattuta agli ottavi. Capolavori di squadra dell'allenatore che ha casa a Milano in zona Brera, una stella sul campo, una sofferta vita da tecnico, mostrando sempre coraggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.