Asticella alta e primo esame di laurea per sognare

Il Belgio è capolista del ranking Fifa, nel mondiale del 2018 è arrivato terzo dietro Francia e Croazia: con queste credenziali si è guadagnato il pronostico di potenziale vincitore del torneo 2020, nel girone ha sbaragliato la concorrenza

Asticella alta e primo esame  di laurea per sognare

L'asticella dell'europeo si è alzata. Il Belgio è capolista del ranking Fifa, nel mondiale del 2018 è arrivato terzo dietro Francia e Croazia: con queste credenziali si è guadagnato il pronostico di potenziale vincitore del torneo 2020, nel girone ha sbaragliato la concorrenza. C'è una sola contabilità in deficit e riguarda le sfide con il calcio italiano: 4 successi, 4 pareggi e 14 sconfitte. Ma stasera, a Monaco di Baviera, la storia conta fino a un certo punto. Contano le migliori energie fisiche e nervose e la capacità di imporre le qualità che fino a qualche giorno prima l'Italia di Mancini ha mostrato stregando critici e catturando l'attenzione di qualificati addetti ai lavori. È il calcio espresso a più riprese che ha rubato l'occhio. Contro il Belgio non sarà sufficiente. Perché una delle risorse azzurre - la tenuta difensiva documentata dal record d'imbattibilità di Donnarumma spezzato dall'Austria - sarà chiamata alla prova regina. Lukaku è la punta di diamante del Belgio. Da lui dipendono e passano le giocate più efficaci. Antonio Conte, in due anni, l'ha affinato, il campionato italiano lo ha smaliziato. Servirà l'attenzione dei giorni migliori per limitarne la potenza e gli effetti devastanti delle cavalcate in campo aperto. Perciò nel decidere il partner di Bonucci sarà indispensabile il parere del professor Ferretti (sullo stato di salute di Chiellini) più che quello di Mancini. Il Belgio è allora il primo vero esame di laurea per la Nazionale più moderna della nostra amatissima collezione. Saltare l'ostacolo Belgio significherebbe piombare tra le prime 4 dell'Europa che conta, passare sotto vorrebbe dire rallentare il processo di crescita che deve portare, come compimento classico della missione, al prossimo mondiale.

È scelta buona e giusta utilizzare l'elettricità di Chiesa che ha divelto il lucchetto austriaco: nel confronto con Berardi le sue esibizioni (più incisive rispetto a CR7) in Champions lo lasciano preferite perché aver respirato quel clima da dentro o fuori non è esperienza di poco conto.

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