Atalanta da Champions. Spazza via la Lazio e adesso vede l'Inter

I romani non si scansano ma sono travolti dal ritmo nerazzurro. E Zapata segna come Messi

Atalanta da Champions. Spazza via la Lazio e adesso vede l'Inter

Roma No, la Lazio non si è scansata. Semplicemente ha perso contro una squadra al momento più forte e più organizzata di quella di Inzaghi. Venti minuti di buon calcio e un gol all'attivo non potevano bastare, l'Atalanta inizia sotto ritmo ma poi sfoggia - sotto gli occhi del ct azzurro Mancini - la solita personalità, la sua forza fisica e il suo gioco brillante ribaltando in scioltezza lo svantaggio lampo (guizzo di Parolo dopo appena 144 secondi, 11 i gol subiti dagli orobici nel primo quarto d'ora). Nessuno in casa atalantina vuole nominare quella parolina sinonimo di Europa d'élite, ma intanto la vittoria dell'Olimpico lascia la truppa di Gasperini al quarto posto con tre punti di vantaggio su Roma e Milan in caso di vittoria (e nel mirino c'è il terzo dell'Inter a -1) prima della volata degli ultimi 270'. Dieci i risultati utili di fila, 23 punti guadagnati da situazioni di svantaggio, 71 reti all'attivo, due in più della Juve: questi alcuni dei numeri della stagione da favola.

Se la tappa romana doveva essere un esame di maturità, gli orobici l'hanno superato a pieni voti. Gomez è l'anima di un gruppo in cui i meccanismi tattici funzionano quasi alla perfezione, Zapata timbra ancora il cartellino (22° gol) mostrando la grande vena realizzativa stagionale e ieri ha segnato persino Castagne, il «maratoneta» della squadra. «Il sogno Champions? È merito nostro averlo reso realtà, abbiamo fatto un passo in avanti e ci crediamo», così il bomber colombiano che con il gol di ieri ha eguagliato Messi a quota 15 nei top 5 tornei europei per numero di gol segnati in trasferta. Genoa, Juventus e Sassuolo sono le ultime tre tappe del campionato, nel mezzo la finale di coppa Italia (il secondo round, stavolta con un trofeo in palio, della sfida con la Lazio all'Olimpico). Saranno venti giorni da vivere in apnea, ma i bergamaschi non sembrano preoccupati, anzi hanno l'entusiasmo dalla loro parte. Oltre a un gioco e una condizione fisica a cui attaccarsi anche nei momenti di difficoltà. «Il nostro obiettivo è sempre stata l'Europa league, poi abbiamo svoltato dopo il pareggio con l'Empoli e la vittoria con il Napoli. Siamo a un passo da un stagione che può darci tutto o niente, i trofei non sono solo le coppe ma anche i risultati che una squadra raggiunge al meglio», così Gasperini.

In casa Lazio il bilancio è invece in passivo: posto Champions sfumato, piazzamento in Europa League a forte rischio e coppa Italia come ancora di salvataggio di una stagione ricca di delusioni. La squadra vive di fiammate, regge poco in campo, Immobile non è più l'attaccante implacabile sotto porta e persino Inzaghi ci mette del suo scegliendo il disastroso Wallace e sostituendo inspiegabilmente Caicedo nel momento in cui la gara non aveva ancora preso una piega favorevole agli avversari. Il naufragio che si imbatte sull'Olimpico quando l'Atalanta «blinda» il risultato è quasi lo specchio dell'annata dei biancocelesti. Il cui futuro tecnico e della rosa appare tutto da scrivere. Come da scrivere è anche il futuro di Gasperini, entrato nel mirino di alcune grandi: «Champions decisiva per la mia conferma a Bergamo? Non si è mai parlato di questo, siamo coinvolti nella stagione.

In questo momento la cosa che mi preoccupa è solo la prossima gara e non avere tre giocatori squalificati. Ho le mani dietro la schiena, ma ci sono un bel paio di corna...». Agganciare l'Europa più prestigiosa sarebbe il capolavoro del Gasp.

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