Davide Pisoni
nostro inviato a Bergamo
È una Atalanta da Champions quella che chiude la sua casa. L'ultima partita casalinga regala il quarto posto a tre punti dall'Inter: finisce il campionato per il vecchio Comunale che inizia i lavori del nuovo stadio con il rifacimento della curva nord. I nerazzurri sono proiettati nel futuro, ma hanno un presente tutto da vivere. Dalla finale di coppa Italia al sogno Champions. Che si materializza con una partita da grande squadra. Perché l'Atalanta gioca un primo tempo normale, poi schiaccia sull'acceleratore e trova la vittoria con un rigore di De Roon e il raddoppio di Pasalic. È anche fortunata perché l'Udinese sbatte sul palo poco prima di alzare bandiera bianca e restare pericolosamente ai margini della zona retrocessione. La festa è tutta dell'Atleti Azzurri d'Italia e di quella Curva Pisani che già questa mattina inizierà ad essere demolita, ma prima chiama Gasperini l'artefice principale del sogno a saltare con lei. Un esilio che dovrebbe durare fino a fine settembre, quindi servirebbe una corsa contro il tempo per non rischiare di giocare fuori anche la prima storica partita in Champions. Ma ormai a Bergamo sono attrezzati per i miracoli.
Meglio restare con i piedi per terra, la Roma è a un punto e Milan, Torino e Lazio non molleranno. E ci sono ancora quattro passi da fare per centrare l'Europa nobile e solo all'apparenza potrebbe essere un handicap giocare a Reggio Emilia le ultime due partite in casa con Genoa e soprattutto Sassuolo (al Mapei Stadium) all'ultima giornata. Infatti la realtà dice altro perché l'Atalanta ha costruito il suo sogno Champions lontano da casa. Lo dicono i numeri con trenta dei cinquantanove punti fatti in trasferta, lo conferma il primo tempo con l'Udinese. Le fatiche della semifinale di coppa Italia sono un'attenuante, pesa molto di più l'assenza di Ilicic. Lo sloveno è imprescindibile per la squadra di Gasperini, lo è stato in tutta la stagione, a maggior ragione in un esaltante finale di campionato dove la fatica si fa sentire e la differenza la può fare la tecnica. Quella che prova ad aggiungere il Papu Gomez, ma ci riesce solo a intermittenza. Nonostante in palio ci sia il quarto posto, l'Atalanta parte con il freno a mano tirato, complice l'Udinese ben organizzata di Tudor che ha come scopo principale quello di spezzare il ritmo. E quando De Paul e compagni concedono qualcosa, ci pensa Musso a salire in cattedra con almeno tre parate decisive, in particolare su Gosens e De Roon. I friulani non stanno certo a guardare, pungono in ripartenza e Lasagna prima dell'intervallo sfiora il gol con un pallonetto, ma non trova la porta.
Gasperini fa alzare i giri del motore ai suoi nella ripresa, toglie un difensore (Mancini) e aggiunge peso in attacco con Piccoli, ma resta a tre dietro con De Roon che si abbassa. L'Udinese arretra, mentre il Papu Gomez si carica sulle spalle l'Atalanta: il capitano semina il panico, sfiora il gol ma trova ancora reattivo Musso. È un assedio al traballante fortino friulano. Aspetti che crolli da un momento all'altro, ma è De Paul a sfiorare la beffa con un destro a giro che si stampa sul palo. Lo spavento paralizza l'Atalanta che perde carica pensando anche ai punti persi in casa con Chievo e Empoli, ma trova l'episodio che gli spalanca le porte del paradiso: Masiello intercetta una palla in area e il pestone di Sandro è da rigore. De Roon segna il gol che vale il quarto posto.
Pasalic la chiude anche grazie a una deviazione. Il palo amico, gli episodi che girano a favore. Segni del destino. Domenica all'Olimpico contro la Lazio è un antipasto della finale di coppa Italia, ma soprattutto per l'Atalanta è una sfida da Champions.
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