Due autogol, Murillo al 17' e Toloi al 25', ma non è stata una partita mediocre, ritmo, occasioni, ammoniti, forse l'1-1 premia di più l'Inter.«Non sono contento della prestazione di qualche giocatore», Mancini una ventina di minuti dopo il fischio, segno che prima nello spogliatoio s'era fatto sentire. Abbastanza tirato, poco disposto alla battuta, si lascia andare solo quando consegna all'Inter il primato delle palle regalate: «Abbiamo perso tantissimi palloni al limite, quando invece dovevamo giocarli sugli esterni. E chi è dotato può e deve fare di più. Abbiamo cercato di attaccare in tanti e per farlo ci siamo scoperti, vogliamo strafare, invece il calcio è semplice. Dobbiamo migliorare molto la fase offensiva, a volte sono giocate fini a se stesse, nel primo tempo abbiamo fatto un'azione normale ed è arrivato l'autogol, è quello il calcio». Ce l'aveva con Jovetic e Ljajic, ma anche Guarin non deve averlo entusiasmato, Dramè ha scherzato sulla sua fascia sinistra seminando il panico, Handanovic sempre sotto pressione fra le svirgolate di Murillo e Medel. Dietro, in mezzo e davanti, ieri non ha funzionato niente e solo grazie allo sloveno, il suo giocatore di maggior livello tecnico, l'Inter è uscita da Bergamo con un punto. Reja ha iniziato così la sua analisi: «Devo fare i complimenti ad Handanovic».
Non poteva dirlo di Sportiello, praticamente inoperoso, battuto solo da una legnata di Toloi che con un violento esterno sinistro sotto la sua traversa ha permesso all'Inter di portarsi sull'1-1, era il 25', pochi minuti prima Handanovic aveva iniziato la sua personalissima serie di miracoli gettandosi a corpo morto su Monachello, un '94 scuola Inter, al quarto d'ora della ripresa si ripeterà su Cigarini che stava già urlando al gol. E questa è solo una parte di quanto ha fatto l'Atalanta.La delusione del Mancio è forte e totale, l'Inter ha perso perfino una quantità enorme di duelli di una partita molto fisica, abbattendo anche questa consueta caratteristica, dei nove ammoniti cinque sono suoi, Jovetic, Guarin, Brozovic, D'Ambrosio e Biabiany. Questo è un punto guadagnato.L'Atalanta arrivava da quattro risultati negativi, anche se significa poco, ha messo giù un repertorio di cui si stentava solo ad immaginarlo, Conti sulla destra, un altro '94, ha lavorato con i guanti, l'Inter ieri sulle fasce è stata inesistente e ha confermato di attraversare il momento peggiore dall'inizio del campionato, quattro punti nelle ultime quattro partite sono un'andatura troppo lenta per alimentare sogni. Nel finale, dopo un'ora abbondante di gioco, l'Atalanta ha temuto la beffa e si è chiusa, l'Inter ha fatto solo più possesso ma a 7 dal termine Monachello ha calciato fuori al volo mentre si trovava sul secondo palo a un metro dalla riga di porta. Un altro miracolo a distanza di Handanovic spiazzato dalla traiettoria di Gomez, ieri imprendibile. Martedì al San Paolo c'è il Napoli in coppa Italia, gara delicatissima da dentro o fuori, una delle due si prende la prima steccata sui denti della stagione. Il Mancio va di respiro largo: «All'inizio avremmo firmato per trovarci a questo punto.
Ora dobbiamo stare calmi e tornare a non regalare gol, solo così potremo tornare in alto, anche se l'obiettivo resta l'accesso in Champions. Questi per me sono due punti persi».Chiamerà Giakarta, ci sono due settimane di mercato, magari ieri sera non era così convinto che se anche la squadra rimanesse questa, lui è contento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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