L a serata di Udine regala qualche speranza europea in più alla truppa di Conte. Una partita di grande personalità con la Spagna, il convincente ritorno in azzurro di Lorenzo Insigne che mette il suo sigillo 16 minuti dopo essere entrato in campo e regala giocate d'autore, buoni automatismi e tagli di campo provati sul campo e studiati nei video a Coverciano. In più la candidatura forte dei babies (oltre a Insigne, Bernardeschi e Zaza) a caccia di un posto nei 23 che andranno in Francia. Insomma si sta affermando quell'idea di squadra che è nella testa del ct, ma nello stesso tempo crescono le possibili alternative per Conte.Il pareggio va quasi stretto agli azzurri, che mostrano molto ordine e testa nelle azioni, e nella prima fase di gara soprattutto un pressing sulle linee di palleggio della Spagna, mandata un po' in confusione. L'intraprendenza di Candreva, la regia di Thiago Motta - che gioca sì molto basso ma bene di prima - e il lavoro di Giaccherini che copre una buona fetta di campo sono le cose migliori mostrate nel primo tempo, anche se sulla trequarti si senta l'assenza di un incursore come Marchisio. Per le Furie Rosse nessun tiro in porta nella prima frazione: non accadeva dalla partita contro la Bielorussia (ottobre 2013) valida per le qualificazioni ai Mondiali. Senza Busquets e Iniesta, gli spagnoli perdono in inventiva, le punte azzurre di ruolo, in particolare Eder che continua il suo periodo di digiuno, deludono le attese.Nella ripresa iniziano gli esperimenti di Conte con gli ingressi di Insigne, Bernardeschi e Zaza. Si abbassa l'età del gruppo azzurro in campo, aumenta anche la velocità delle nostre azioni. La vivacità dell'esterno napoletano mette in crisi la retroguardia spagnola, retta dalle parate di De Gea. Meritato il gol per il calciatore del Napoli, il secondo dopo quello nell'amichevole ferragostana del 2013 a Roma con l'Argentina. La Spagna non subiva reti da sei partite, peccato che Aduriz ristabilisca l'equilibrio dopo appena due minuti in un'azione da calcio di fermo (un problema per gli azzurri) viziata però da fuorigioco. Meriteremmo il nuovo vantaggio, con i nuovi entrati che danno vigore alla nostra manovra, ma alla fine restiamo senza vittorie sulla Spagna come accade dal 2011.E ieri la caccia al successore di Conte ha conosciuto un'altra puntata.
Fabio Capello, presente in tribuna al «Dacia Arena», ha negato un incontro con il presidente Figc Tavecchio a margine della partita. «La Nazionale non mi interessa, sono irremovibile». Un altro no - chissà se veritiero - dopo quello di Donadoni che restringe la cerchia dei papabili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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