Ultima fermata, Brescia. Inaspettata ma bellissima. La chiusura di un cerchio per Mario Balotelli. Il top player che nessuno sembrava volere può tornare a casa. E in serie A. A meno che ancora una volta, alla fine, sorprenda tutti con una balotellata delle sue, scegliendo la ricca corte del Flamengo anziché il romantico ritorno nella sua Brescia.
Lui che da sempre è nel mirino. Un po' per colpa sua, per le sue fesserie in campo e fuori, un po' per partito preso. Anche quest'estate, con quella sceneggiata che lo ha visto pagare un ragazzo per buttarsi in mare con lo scooter. E non sarà un caso se nel pieno della sua maturità calcistica, a 29 anni appena compiuti, si sia trovato svincolato. Eppure nelle ultime stagioni il suo lo ha fatto, eccome. Prima con il Nizza, poi con il Marsiglia, ha giocato, segnato, fatto bene ed evitato i guai. E ora? Poche offerte, nessuna big pronta a scommettere sulla sua rinascita. Alla fine da una parte l'offerta super milionaria del Flamengo, che lo vuole con 10 milioni di euro alla firma e un contratto di 18 mesi da 4,5 milioni. Dall'altra la scelta del cuore, con il Brescia, il suo Brescia, pronto a riportarlo in serie A. E a quanto pare, ha vinto il cuore anche se con Mario mai dire mai.
Già perché l'attaccante è davvero a un passo dal Brescia. Cellino sta per convincerlo puntando sull'orgoglio del giocare nella squadra della sua città e con un offerta economica non super, per uno abituato ai suoi standard, (1 milione o poco più di base fissa, più due di bonus per arrivare a 3 totali) ma soprattutto con la sfida di dimostrare quel che vale nel nostro campionato. Brescia, un sì che sarebbe l'ultima chanche per questo ragazzone di talento con la testa un po' così che in questi anni ha dimostrato di avere colpi da fuoriclasse assoluto ma anche limiti caratteriali. Ma una scelta di buonsenso oltre che di coraggio.
Accettando la ricca offerta brasiliana, Balotelli di fatto sparirebbe dal calcio che conta. Soldi, tanti, bella vita, ma pochi stimoli professionali. Nella tranquillità della sua Brescia potrebbe invece far vedere che ha ancora tanto da dare al nostro calcio.
Magari puntando anche al ritorno in Nazionale nell'anno degli Europei con il CAT Mancini, suo mentore e sponsor da sempre, che lo aspetta a braccia aperte. Ma Brescia sarebbe anche una scelta di coraggio perché uno come lui non ha mai giocato in una squadra che lotta per salvarsi e che anzi, punterebbe tanto, tantissimo su di lui per restare in serie A. Poche pressioni ambientali, una squadra che conta su di lui, la sua città. Le condizioni ideali per rendere al meglio, dimostrare che Mario non è un piantagrane ma può tornare ad essere Super Mario.
È cresciuto, è maturato. Per davvero? Lo dimostri. Se è vero.
Ne aveva bisogno di un'occasione per dimostrare tutto questo, eccola. Anche se non in una squadra che punta a vincere. Anche senza una stipendio in stile Raiola, il suo procuratore. Ma a volte vince il calcio. A volte comanda il cuore.
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