Il giudice sportivo non ha preso provvedimenti sul negro di emme e Balo dovrebbe fare tesoro anche di questa esperienza. Per esempio quando incontrerà nuovamente Spolli gli dovrà chiedere la cortesia di parlare forte e chiaro, magari rivolgendosi direttamente in favore di telecamera, altrimenti dal tv color non si sente, e neanche il Giudice sportivo e tutto il suo staff ci capiscono. A norma di regolamento la frase può costare anche una maxi squalifica di dieci giornate, però ai calciatori si chiede sempre la massima collaborazione con la terna, mentre l'episodio non è stato nemmeno citato nel comunicato ufficiale, e allora Spolli dia un segnale, in fondo si tratta solo di alzare la voce. Quando Balo gli ha risposto: «Tu a me negro di m...non me lo dici, capito?», tutti hanno compreso, il labiale era facilmente decodificabile, dovrebbe ricevere un encomio dal giudice ma Tosel forse s'è impermalosito dal twitter di Mario che l'ha preso un po' per i fondelli: «Ahahah - ha twittato il rossonero-, per fortuna che c'è giustizia in questo paese». Chi sta con Mario ha spiegato che si tratta solo di un messaggio ironico, chi sta dall'altra parte ha percepito un'accusa a largo raggio, non solo il giudice Tosel ma tutta la magistratura. Insomma cose grosse e così si va avanti all'infinito, Mario sempre di mezzo e che poi non si lamenti, non c'è sempre Kakà nei paraggi.
«Nessuno mi conosce davvero - ha dichiarato in un'intervista al magazine digitale Buonenotizie.it -, eppure molti mi giudicano. Lo so, non sono molto diplomatico - ha ammesso -. Sono istintivo e se ho una mia idea la esprimo senza problemi ma comunque non giudico chi non conosco. E vorrei che gli altri facessero lo stesso».
Il fatto è che anche gli altri fanno quello che vogliono, proprio come lui, la richiesta di Mario è legittima ma senza speranza, anche se in un altro passaggio dell'intervista, Mario non ne fa una questione personale: «Gli altri giudicando fanno un danno. Non tanto a me che posso anche sopravvivere a certe cose, ma alle persone che mi circondano, dalla mia squadra alla mia famiglia, che leggono o ascoltano cose inventate o esagerate. Io posso solo dire che mi dispiace, ma di più non posso fare, perché io so cosa è vero e cosa non lo è».
In fondo ai tifosi interessa solo quella parte in cui promette di fare il Balotelli: «Il momento è delicato, ma la nostra sfida è uscire a testa alta sempre e tornare a vincere giocando da Milan. Io voglio tornare a essere il trascinatore della squadra. Dopo alcuni errori è il momento di fare gol, senza smettere mai, è solo nei momenti difficili che si vedono gli uomini veri. Abbiamo il dovere di dimostrarlo adesso. Lo dobbiamo principalmente a noi stessi, alla società e ai tifosi». É ha ripetuto nuovamente che di sicuro non getterebbe mai più la maglia dell'Inter a terra. Siamo sotto Natale, ma se uno che ne combina a raffica, riceve comunque il pass da tutti, una ragione ci deve pur essere.
Nel giorno del suo insediamento nella Hall of Fame del calcio italiano, Massimo Moratti si è ricordato di lui, e ha usato parole dolci: «Mi piace nominare anche Balotelli - ha detto il presidente onorario dell'Inter -, con cui ho avuto un rapporto particolare, visto che con noi è cresciuto e ha fatto grandi cose. Il suo problema? Forse adesso fa un po' fatica dal momento che sta cambiando diverse squadre». E il ct gli si è aggrappato come un'ameba: «Vorremmo che Balotelli esplodesse in maniera definitiva - ha detto Cesare Prandelli -. Se esplode fa la fortuna del Milan e della Nazionale. Noi allenatori diventiamo bravi quando abbiamo giocatori straordinariamente bravi. Altrimenti, al di là di tutte le strategie, le partite finiscono 0-0». Lo ha eletto re e gli ha parlato di Milan.
Le altre? Se vuol fare la Champions ha una sola strada, arrivarci col Milan.
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