«Certi amori non finiscono ...»: la chiosa non proprio inedita (tirata fuori già con Sheva e Kakà: il primo fu un flop, il secondo mezzo e mezzo) di Adriano Galliani appena è diventata notizia il ritorno di Balotelli al Milan, in prestito per un anno. Anche certi rischi... non finiscono, è il caso di aggiungere, perchè non si tratta di Ibrahimovic il cui arrivo è ancora un mistero. L'unica spiegazione plausibile perciò è la seguente: che il “maestro“ Mino Raiola abbia chiesto al Milan, in cambio della sua azione diplomatica per liberare Ibra dal Psg, il favore di riprendere, con stipendio pagato dagli inglesi, il più discusso dei suoi assistiti che rischia di chiudere la sua carriera scintillante a 25 anni. Non per colpa di un destino cinico e baro ma per il suo stile di vita e il suo rendimento scadente, molto scadente dopo quel picco di gol (12 in 13 presenze) nel primo semestre del 2013.
Ci sono forse anche altre valutazioni fatte dal Milan. Proviamo a sintetizzarle qui di seguito: 1) Mihajlovic è l'unico, ai tempi di Appiano Gentile, che è riuscito a gestire Mario; 2) Niang ha un dito rotto e impiegherà almeno tre mesi per tornare in forma; 3) Matri ha richieste dalla Lazio); 4) Menez potrebbe impiegare più di un mese per recuperare. Per evitare incomprensioni, il giudizio tecnico è il seguente: se Balotelli è l'alternativa a Ibra, il Milan non è da scudetto. Se riuscisse il miracolo di riportarlo al rendimento passato in rossonero (30 gol in 54 partite) potrebbe diventare come il primo Robinho con Allegri. La pazza idea, così è stata definita l'operazione, è nata qualche giorno fa, tanto è vero che Mario ha già parlato con Silvio Berlusconi al telefono nella sua residenza estiva di Villa Certosa, in Sardegna. Il presidente è stato affettuoso con il giovanotto («Tagliati la cresta!» gli ha intimato) per poi congedarlo così: «Ricordati che se non ti comporterai da Milan, saranno i tifosi a rispedirti a Liverpool!».
Prima di chiudere la pratica, Galliani ha chiesto il consenso di Mihajlovic. Perciò è stato organizzato il “faccia a faccia“ di ieri notte a Firenze. Mario in tempi non sospetti ha mostrato di stravedere per il serbo («Sinisa tanta roba», un tweet del 14 marzo), il tecnico lo ha tenuto al guinzaglio all'Inter ed è convinto di essere in grado, con i suoi metodi, più bastone che carota, di recuperare il talento perduto dell'attaccante. Toccherà al serbo fare l'artificiere per disinnescare quella bomba senza sicura introdotta a Milanello. Balotelli non è titolare, non è pronto per giocare, non gioca da mesi, dovrà lavorare sodo per un mese prima di essere al passo con gli altri.
Dovesse fallire il recupero di Balotelli (anche in vista Europei), nessuno al Milan potrebbe invocare giustificazione. Il popolo dei tifosi non ha capito nè gradito. La rivolta via web è stata immediata e feroce. Matteo Salvini ne è diventato il portavoce. Ha commentato: «No grazie, rimani dove sei».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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