Balotelli ko, colpa di Prandelli. "Ma faccia sacrifici"

SuperMario fuori per la 4ª sfida di fila. In arrivo Raiola. Kakà? "Dura mezzora"

L'attaccante del Milan Mario Balotelli a terra dopo un contrasto
L'attaccante del Milan Mario Balotelli a terra dopo un contrasto

Milanello Un passato di Balotelli e una spruzzata di Maradona. Tanto per cambiare. E per testimoniare ancora una volta che sono sempre gli stessi a fare notizia. A dispetto dell'attualità, tipo Milan-Udinese che si gioca stasera a porte riaperte, con i rossoneri in clamoroso ritardo, 8 punti appena, 12esimo poto in classifica e i friulani a caccia di imprese. Niente, comanda il tormentone Balotelli e anche questa volta non c'è la volontà dell'interessato, rimasto ai margini e tornato a casa perché non convocato, a orientare l'appuntamento con Allegri a Milanello. Per la quarta sfida consecutiva, al Milan mancherà Mario. Responsabilità diretta, poche storie, della Nazionale, di Prandelli, dello staff medico azzurro. Lo hanno spedito nella mischia per provare a spezzare le reni all'Armenia pur sapendolo reduce da affaticamento muscolare e da un feroce attacco di gastroenterite che lo ha debilitato notevolmente.
Allegri è molto diplomatico, Galliani ha evitato commenti in prima persona ma il suo silenzio assordante ha certificato il disappunto del club determinato dalla ripetitività degli episodi (in passato hanno pagato Abate e Montolivo). Alla convocazione di metà novembre scintille assicurate.
Secondo punto: la gestione di Balotelli, fatto a fette dai media tra la vicenda anti-camorra e il litigio col cameramen alla stazione di Napoli. «È ancora un ragazzo ma non è uguale agli altri, deve fare sacrifici per gestire meglio la sua vita, al Milan non vieteremo i tweet, sarebbe impossibile, ci vogliono regole condivise» è l'opinione del livornese, schietto su questa materia che sta diventando incandescente. E che ha reso indispensabile la mossa di Adriano Galliani. È in arrivo dall'Olanda Mino Raiola: ha il compito dichiarato di passare qualche giorno al fianco di Balotelli per rassicurarlo nella speranza che possa guarire per il Parma (escluso contro il Barcellona). Per completare il panorama dei veleni, ecco la replica, questa volta stizzita e diretta, di Adriano Galliani a Maradona che lo ha definito "porta-borse di Sacchi". Il dirigente ha dettato a milan-channel: «Non è mai successo di portare le borse ma se Arrigo me lo avesse chiesto, lo avrei fatto in riconoscimento dei successi ottenuti e del calcio-spettacolo esibito col Milan». Voto molto alto per l'eleganza della replica.
Scusate, e Milan-Udinese? «Dobbiamo giocare da squadra» l'unico consiglio ripetuto dal tecnico livornese alle prese con un rivale, Guidolin, «capace di far giocare male gli avversari», alle prese in queste ore con filmati e lavagne magnetiche per far capire gli errori commessi in difesa e non solo. Assente stasera la spina dorsale del team, Mexes e De Jong per squalifica, Mario per acciacchi muscolari, a Milanello c'è ancora una volta grande depressione e musi lunghi. Perché i miracolosi recuperi promessi dopo la sosta non ci sono stati. Né potevano esserci, naturalmente. Pazzini e De Sciglio sono sempre fuori insieme con Bonera ed El Shaarawy, mentre Kakà può far parte del gruppo dei 18 ma ha «mezz'ora nelle gambe» quindi può essere utilizzato solo nel finale, in caso di necessità.


La presenza di Silvestre (a San Siro da titolare è la prima, a febbraio con la maglia interista la precedente esibizione) in coppia con Zapata è la conferma simbolica delle precarie condizioni. Di Natale e Muriel o chi per lui possono cominciare a brindare.

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