Bambole stregate, l'argento sfuma sul nastro

Ginnastica ritmica Farfalle contente a metàDecisivo l'errore nel secondo esercizio: terze per 50 millesimi di punto

Bambole stregate, l'argento sfuma sul nastro

Alla fine sguardi di bambole dispiaciute, qualche ciao ciao con le mani affusolate verso il pubblico amico e un discreto quantitativo di dispiacere da ricacciare nel profondo dell'animo per l'argento che poteva essere e non è. L'olimpiade della nostra ginnastica ritmica si riassume così. Colpa di 50 fottutissimi millesimi di punto, colpa del secondo esercizio, nastro e cerchi. Colpa, ammettiamolo, di un errore da chiamare sbavatura, nastro che vola, nastro che tocca, nastro che esce un filo dal tappeto. Finisce che la Russia ha 57.000 motivi per essere regina e oro, finisce che la Bielorussia sorpassa le nostre all'ultimo e ha 55.500 ragioni per essere d'argento, finisce che le nostre si fermano a 55.450 e un po' si disperano. Però la medaglia, questo solo importa, la medaglia c'è. È di bronzo, magari non un bronzo pesante come quello del volley azzurro, magari non un bronzo che vale oro come quello del salto triplo firmato gigante buono Donato, però è un bronzo, sì, di uno sport minore, ma disciplina diventata maggiore a furia di mondiali vinti, tre di fila, e piccole grandi ingiustizie subite. Una su tutte: Pechino 2008.
Londra però non è in Cina e la differenza c'è. Le farfalle prevenute l'hanno capito presto, tutto meglio, tutto lineare, anche in qualifica. «È vero» conferma Emanuela Maccarani, la ct farfalla e mamma e chioccia e soprattutto creatrice di questi insetti aggraziati. «È vero, siamo venute ai Giochi pensando che ci volessero impedire di andare a podio, sentendoci sempre sole contro tutti, ed essere invece riuscite a strappare una medaglia ci riempie di grande soddisfazione».
E dunque e comunque che si sorrida, la medaglia c'è, anche se Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Anzhelika Savrayuk, Marta Pagnini, Romina Laurito e Andreea Stefanescu quando si vedono superate dalle bielorusse sembrano farfalle smarrite. «Peccato davvero» prosegue la Maccarani, «però sarebbe sbagliato parlare di un argento rubato, l'errore c'è stato. Semmai va sottolineato che il nostro esercizio era più difficile di quello delle bielorusse... D'altra parte la Russia e le altre nazionali d'est nella ritmica sono alleate, mentre noi siamo piccoli e isolati» dice alludendo alla loro influenza politica sportiva e quindi e sempre al rapporto con giudici e giudizi.
Sarà destino. Sarà per un'altra volta, ma non per capitana Santoni, per la Blanchi, per la Pagnini giunte all'ultima olimpiade. E sarà proprio la Santoni a parlare per tutte: «Ma sì, in fondo, siamo abbastanza soddisfatte. D'altra parte le russe si sono trovate subito avanti e quindi hanno eseguito con più sicurezza».


Alla fine sguardi di bambole dispiaciute che però più ci pensano e più si convincono che in fondo è andata bene, che sul podio ci sono salite, che persino le note di Mameli hanno reso omaggio al loro bronzo. È successo fuori dalla Wembley Arena, è successo quando un centinaio di italiani ha intonato l'Inno solo per loro.

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