La Signora batte l'Inter anche se non ha voglia

I nerazzurri in vantaggio con Icardi poi si perdono per strada. La squadra già in vacanza sembra quella di Mancini

La Signora batte l'Inter anche se non ha voglia

Milano - Meno male, Inter-Juve ha mantenuto le attese. Quelle di una squadra che nell'arco di un'intero campionato non ha mai trovato continuità e un gioco apprezzabile, contro un'altra che di venire a San Siro a giocarsi il derby d'Italia non ne aveva proprio alcuna voglia.

Inter approssimativa che gioca una gara da fine stagione come se in palio non ci fosse nient'altro oltre a liberare gli armadietti e salutare il personale. Juventus che avrebbe potuto essere a caso una delle dieci della parte destra della classifica di serie A. E questo senza offesa perché sono state proprio le partite più semplici a incatenare l'Inter a un ruolo di comprimaria. Comunque è bastata una Juventus dimezzata per ridurre l'Inter a una compagnia di saltimbanchi di provincia che regala il primo gol e annega in una pozza all'ingresso di Pogba. Ma non c'è stato spettacolo, ribadirlo è doveroso, solo un bel sotto clou in attesa di Samp-Lazio e del resto della 36ª giornata.

Adesso Mancini sarà costretto a rivedere ciò che aveva negato quando parlava di rivoluzione. A guardare l'attuale versione della squadra c'è da chiedersi chi tenere, su chi contare nella prossima stagione. Forse Icardi e Palacio, Santon se si rianima, per loro fortuna Hernanes e Guarin erano squalificati.

Poi ci si è messo anche Storari che ha negato a Palacio e Icardi il pari che probabilmente sarebbe stato più in linea con l'andamento della gara, ma ci sono stagioni in cui gira tutto al meglio e altre in cui devi faticare come uno sherpa per portare a casa un pari. Non è comunque questa seconda versione quella di ieri, Kovacic a tratti indisponente, Brozovic (che pure rivendica un gol ingiustamente annullato per fuorigioco) uno qualunque di una squadra qualunque, la difesa sempre sotto vento, mal protetta, difetti che sono emersi in tutto il campionato e ora l'Europa è definitivamente e meritatamente svanita.

Comunque Icardi era partito subito forte servito bene da Shaqiri, si è aggiustato la palla con la suola e poi ha schioccato un destro teso a mezza altezza che Storari ha respinto in angolo, era il secondo minuto di gioco. Un attimo dopo Morata è andato via con un coast to coast impressionante e mezza Inter alla rincorsa, soprattutto Ranocchia che con l'ex madridista ha ingaggiato duelli scintillanti fino a prendersi un giallo per eccesso di malversazioni, una, due, tre, poi Doveri lo ha fermato.

A un quarto d'ora dalla fine Allegri si è convinto di potercela fare anche questa volta e ha messo dentro Pogba, a quel punto nell'Inter quel minimo di orgoglio che risiede in ogni calciatore è venuto fuori perché l'ingresso del francese ha dato l'idea che la Juve in fondo ci tenesse, non era lì solo per snobbare e guardare tutti dall'alto. Su Pogba ci si sono messi anche in quattro, nell'area interista si è visto di tutto fino al destro sbilenco di Morata che rimbalza a un metro da Handanovic e lo beffa inesorabilmente. La reazione interista è stata veemente, Palacio è entrato in area e ha costretto Storari al numero e sulla respinta Icardi lo ha costretto al miracolo.

A quel punto mancavano poco più di cinque minuti e l'Inter che si era illusa di portarsi a casa tre punti fondamentali per la corsa all'Europa contro l'avversaria di sempre, ha iniziato a correre a culo basso e occhi sbarrati, la Juve ha eretto un muro al limite della sua area e a turno ci sono andati un po' tutti a sbattere come moscerini contro un parabrezza.

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