Bayern, altra notte magica Distrugge anche il Barça

Müller, due gol, Gomez e Robben calano un poker che vale la finale. Disastrosa la difesa catalana, Messi fisicamente a terra. Arbitro scarso

Bayern, altra notte magica Distrugge anche il Barça

Fuori dai confini del paese nostro si è tornati a godere di un buon football, qualità e quantità, fisico e dribbling.
Il Bayern ha fatto quello che si pensava, ha rispettato l'avversario nobile e lo ha castigato come e quando ha voluto, anche se il secondo e il terzo gol, quello di Gomez, realizzato in evidente off side, e di Robben, su blocco falloso di Muller su Jordi Alba, viziano il risultato.
Comunque a Monaco di Baviera si è vista la squadra migliore della brigata, già finalista a meno di remontade maestose, verso un triplete che ubriacherà Jupp Heynckes ma non potrà mandare in archivio il caso di Uli Hoeness, paladino della moralità fiscale e del fair play finanziario e beccato con il sorcio in bocca, venti milioni all'estero, arresto, libertà dietro cauzione di milioni cinque e faccia tosta e allegra in tribuna presidenziale a fianco di Kalle Rummenigge. Alla truppa del Bayern nulla interessa di quello che capita o capiterà al suo presidente, la squadra gioca meravigliosamente, con un ritmo, una potenza e una prepotenza incredibili. Il gol di Muller, al minuto 24 del primo tempo, è stato il coronamento di una supremazia netta in ogni zona del campo, inzuppato abbondantemente d'acqua ad arte, come capitava ai tempi di Catanzaro, quando si doveva sfavorire la squadra ospite dotata di migliore qualità. Il Barcellona è rimasto nelle sabbie mobili del proprio gioco, ieri notte ha ripetuto quelle sue partite stucchevoli, zuccherose e irritanti, tenendo il pallone come un bambino viziato ma mai andando al tiro e questo è stato il segnale di una squadra che sta cambiando pelle e testa, soprattutto con Messi fisicamente ai minimi sindacali, con una gamba molle e una posizione in zona smilitarizzata, lontanissima dall'area bavarese, dunque regalato ai tedeschi. I catalani non possono pensare di vivere in eterno con quel patrimonio accumulato durante la belle epoque di Guardiola.

Tra l'altro le scelte, alcune obbligate, di Vilanova che ha dovuto rinunciare a Pujol e Mascherano ed ha schierato a fianco di Piquè il giovane Bartra, non garantiscono alla squadra quella forza caratteriale che è stato il suo plusvalore. Con Messi al passo, Sanchez fuori dal centro e Pedrito ala e basta, il Barcellona nel primo tempo è andato a sbattere contro la Wermacht di Dante e Boateng ed è stato graziato almeno una volta dall'arbitro ungherese Kassai che non ha fischiato due penalty per falli di mano di Piquè (con il gomito allargato) e di Sanchez, facendo schiumare il popolo dell'Arena comunque esaltato dal gioco dei campioni di Germania. Il raddoppio di Gomez, in avvio di ripresa (4') è nato dall'ennesima palla alta con deviazione del capellone Dante e tocco finale di Mario Gomez oltre la linea difensiva catalana.

Il doppio vantaggio ha permesso al Bayern di ribadire la sua forza fisica anche sguaiata e il terzo gol di Robben è stato viziato dal fallo clamoroso di Muller su Jordi Alba. Troppa grazia ma anche arbitro prossimo socio onorario del club bavarese. Muller ha poi demolito la speranza del Barcellona con il quarto gol, un'umiliazione che non veniva inferta da 15 anni allo squadrone di Rossell, cui è stato restituito il «poker» rifilato ai bavaresi nel 2009.
Il gusto finale è amaro, il Bayern ha strameritato ma ha scippato due gol irregolari, si prevedono fumi catalani e, almeno, un Messi rimesso in piedi seriamente.

La remontada sarebbe un'impresa storica, dico impossibile, quattro gol ai tedeschi non sono roba facile ma non si conosce ancora il cognome dell'arbitro. Kassai ha già dato e tra un crauto e un wurstel (Gomez-Robben) è tornato in Ungheria felice e contento. Parlatene con Collina, non con Platini.

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