Bella idea ma dal retrogusto amaro: sarebbe un'arma in mano agli ultrà

Bella idea ma dal retrogusto amaro: sarebbe un'arma in mano agli ultrà

Caro amico Carlo, ti scrivo così ti distruggo un po' della tua intelligente idea di fermare le partite per insulti e razzismo ma che nasconde una insidiosa trappola. Hai avuto la fortuna, non solo l'abilità, di frequentare stadi e tornei di mezza Europa raccogliendo da questa straordinaria esperienza umana e calcistica alcune lezioni che restano impresse nella tua memoria. Una volta, mentre eri al Chelsea, raccontasti ad esempio che strabuzzasti gli occhi quando vedesti il tuo gruppo di giocatori arrivare a Liverpool, scendere dal torpedone alcuni metri prima, e raggiungere a piedi lo spogliatoio di Anfield. «Dove potrebbe accadere in Italia?» ti chiedesti quasi sgomento.

È vero: non potrebbe accadere da nessuna parte. Per questo la tua proposta ha un retrogusto amarognolo. Perché è nobile lo spirito che l'anima ma dalle nostre parti si trasformerebbe in un'arma nelle mani degli ultrà per interrompere, a piacimento, qualunque partita.

È la società che deve educare, è la scuola che sulla materia può formare i futuri ultrà, sono le scuole calcio e i settori giovanili che devono puntare a far passare il messaggio giusto.

C'è stato un precedente del genere contro gli striscioni: ti ricordi com'è finita? Ecco, appunto, meglio lasciar perdere.

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