Follow that, titolava ieri il Mirror celebrando la vittoria del Chelsea di Rafa Benitez in Europa League. Nel senso: caro Mou(rinho), adesso sono affari tuoi e ti toccherà fare meglio dello spagnolo pacioccone. Uno che non buca lo schermo, che viene dipinto come un freddo e che magari lo è pure: uno che vince, però. E che con Mourinho non ha mai avuto reciproca simpatia, come all'Inter sanno benissimo viste le leggende (o i pettegolezzi) seguite alla rapida permanenza dello stesso Benitez alla Pinetina. Comunque sia, dopo essere stato preso a pernacchie per mesi a causa dei suoi trascorsi a Liverpool, Rafa ha fatto ancora una volta quel che doveva: ha portato il Chelsea in Champions League e vinto una competizione, diventando il quarto allenatore ad aggiudicarsi l'Europa League/coppa Uefa più di una volta nella storia della competizione. Il suo primo trionfo risale infatti al 2004, quando guidava il Valencia: meglio di lui - che ha così raggiunto Luis Molowny e Juande Ramos - ha fatto solo Giovanni Trapattoni, capace di vincere la coppa tre volte (1977-91-93 con Juve e Inter). Ha un curriculum simil spaventoso, Benitez: 2 Liga (con il Valencia, mica con Real o Barcellona), 1 Champions (con il Liverpoool contro il Milan, risalendo dallo 0-3 dell'intervallo), 2 Europa League, 1 Coppa del Mondo per Club (con l'Inter, dove venne poi sostituito da Leonardo), 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa d'Inghilterra. I suoi denigratori parlano e criticano, lui vince.
Adesso, ricostruitosi una verginità in quel di Londra, Benitez cederà il posto a Mourinho ed è pronto a emigrare altrove: ha già detto che vorrebbe rimanere in Premier, ma alla fin fine «l'Italia mi manca, è un Paese particolare dove comunque ci sono passione e competenza. La mia esperienza all'Inter? Quella era una squadra di giocatori esperti: io dicevo che servivano rinforzi, ma non furono presi. L'attuale situazione del Chelsea è diversa, essendoci un gruppo giovane che ha lavorato benissimo pur avendo a che fare con un allenatore che sapevano sarebbe andato via. Non solo, ma qui sono pronti a spendere 100 milioni sul mercato per accontentare il nuovo tecnico. Chi è? Non posso svelarlo io, ma se ne parla già abbastanza...».
Stoccatina o no ai nerazzurri, adesso Rafa sarà parte attiva del classico valzer degli allenatori e potrebbe finire anche al Napoli (con Reja, suo ottimo amico, possibile direttore tecnico), dove De Laurentiis ha dato «quattro giorni» e non uno di più a Mazzarri. Ci aspettano ore caldissime, insomma: addirittura ieri Roberto Mancini, fresco di siluramento al City, è arrivato dalle parti del Vesuvio «per motivi personali» e chissà. Per lui rimane aperta anche la porta del Monaco, dove tuttavia Ranieri è sotto contratto fino al 2015: con tanti euro di mezzo, però, tutto può succedere. Deve solo partire il domino, poi quasi tutti troveranno sistemazione e alcuni cambieranno datore di lavoro: non Conte, come si sa, ma magari lo stesso Mazzarri che sfoglia varie margherite tra cui la permanenza al Napoli (proposto triennale a 3 milioni l'anno), l'approdo alla Roma (con cui ha già parlato), la suggestione Inter (Stramaccioni è confermato solo a parole e l'ipotesi Malaga, da cui partirà quasi certamente Pellegrini con destinazione Manchester City. La panchina partenopea è un po' la chiave di volta di tutto: con percentuali diverse sono in lizza anche Bielsa (in alternativa alla Roma), Di Matteo e pure Allegri, solleticato anche dalla solita Roma nonostante non sia per nulla scontato che lasci il Milan dove il nome di Seedorf - il quale sta portando a termine il corso Uefa Pro - rimane tra quelli più spendibili.
Tutto qui? Certo che no.
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