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Bernardeschi marmo prezioso per la Signora

Buffon è stato il primo a segnalarlo a Marotta e Allegri: "Il ragazzo è da Juventus"

Bernardeschi marmo prezioso per la Signora

Buffon è stato il primo a segnalarlo a Marotta e Allegri: «Il ragazzo è da Juventus». Neanche a dirlo la Juventus l'ha portato a casa investendo oltre 40 milioni: Dybala era costato meno. In gioventù lo chiamavano Brunelleschi per il gioco elegante e imprevedibile, all'anagrafe fa Bernardeschi di anni 23, carrarino come il portiere e capitano della sua nuova società, la Juventus. E proprio lui, prezioso e duro come il marmo della città nativa, stravagante e religioso al tempo stesso, si propone come la stella della nuova stagione: il temperamento non gli manca, e così i piedi buoni. Ma non è Baggio e neppure Antognoni, un'eresia. Casomai può essere avvicinato a Zidane, interno dalle grandi doti atletiche e intellettive, ex bianconero, attuale coach del Real Madrid. Di lui ha la stessa forza fisica, associata a una non comune resistenza alla fatica, con minore visione di gioco, ma con superiore propensione al gol: nell'ultima stagione in viola ha realizzato 14 reti in 42 partite, di cui molte disputate a metà, con una media di un centro ogni tre gare, simile a quella di un attaccante puro.

Su questo punto dovrebbe soffermarsi Allegri prima di esiliarlo a cursore, per quanto nobile, della fascia destra, nel ruolo in cui lo schierava il filosofo Sousa nella Fiorentina. Bernardeschi può offrire il meglio di sé da trequartista o da interno offensivo per la capacità di calciare da 20 metri, dialogare con i compagni, permettere a Dybala di giocare più vicino alla porta avversaria. Ma per consentirgli di esprimersi al meglio in questo ruolo, Allegri dovrebbe cambiare modulo, magari partendo dal presupposto che in campo internazionale la presenza di due soli centrocampisti rappresenta un rischio. Vedi la finale di Champions League con il Real Madrid di Zidane che sul piano tattico ha stravinto la sfida.

Al limite il tecnico bianconero potrebbe schierarlo sì a destra, ma senza costringerlo a fare anche il terzino. Guai però a snaturare le caratteristiche del miglior giocatore italiano. O a lasciarlo troppo in panca. E' il timore del ct Ventura.

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