Berrettini & Cobolli. L'Italia senza divinità vince e trascina

Matteo e Flavio stendono l'Austria. Domani contro il Belgio in palio la finale per la quarta volta di fila

Berrettini & Cobolli. L'Italia senza divinità vince e trascina
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Poco più di tre ore per approdare in semifinale per la quarta volta di fila: l'ItalDavis è fenomenale anche senza i suoi fenomeni, ed è questo il senso attuale del tennis. Tutto in due match veloci, con Berrettini e Cobolli che schiantano l'Austria e le piccole perplessità della vigilia. E d'altronde

"I campioni giocano finché non ci riescono" diceva Niki Pilic - il grande giocatore (prima) e allenatore poi - per cui 79 giocatori scesero in sciopero a Wimbledon nel 1973 contro la squalifica che aveva subìto per aver rifiutato una convocazione in Coppa Davis. Pensate che nemesi: uno delle sue frasi più celebri che si adatta perfettamente a quanto ha fatto Matteo Berrettini ieri a Bologna, e proprio nel giorno in cui è stato onorata la scomparsa del campione serbo presenti i suoi allievi più forti. Ovvero Becker e Djokovic, "per me un papà... e l'Italia anche senza Sinner e Musetti ma con Matteo può vincere tutto" le parole di Nole.

E insomma, "mi siete mancati da morire" ha esclamato Matteo subito dopo il primo singolare in cui ha sconfitto Rodionov 6-3, 7-6, regalando agli azzurri un primo punto sudato. Perché sì, vittoria come da pronostico, ma Berrettini è dovuto risalire dal 2-5 nel secondo set, nel quale un'interruzione di 20 minuti per un guasto all'illuminazione gli ha spezzato il ritmo: "Ma è proprio questo il bello della Davis: non si gioca solo per se stessi ma per tutti, la squadra, i tifosi, l'Italia. Per cui non ho mai mollato, un punto alla volta, e alla fine quello che è successo è proprio il motivo per cui continuo a giocare". È il significato di squadra nelle parole del suo capitano per esperienza, anche se non per ranking. Ed è quello che rappresenta il nostro team, quello che ci invidiano gli altri capitani, costretti spesso a far fatica per mettere insieme i loro giocatori. Noi, invece, anche senza Sinner e Musetti abbiamo dimostrato quello che Sinner e Musetti hanno ripetuto: siamo forti lo stesso. E la dimostrazione è arrivata poi anche dal secondo match, quello di Cobolli contro Filip Misolic.

"Fate il tifo per Flavio, daje", aveva chiesto Berrettini passando il testimone da romano a romano. Messaggio ricevuto, anche se poi non serviva fare tanto chiasso per spronarlo. Cobolli, nella sfida tra i due numeri uno, è stato on fire, con una prestazione che vale ben più del suo attuale numero 22 al mondo e finita con un 6-1, 6-3 in 65 minuti: non si contavano, alla fine, i colpi spettacolo.

"È stato speciale, è sempre stato il sogno della mia vita giocare in azzurro ha detto dopo l'urlo liberatorio con Volandri -. Ma è solo il primo giorno, abbiamo ancora bisogno di voi". Per cui domani (ore 16) c'è il Belgio. Daje, ancora.

Oggi, quarti di finale: Spagna-Rep. Ceca (ore 10), Germania-Argentina (ore 17). Tv. Supertennis.

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