C'è il video. Ci sono le immagini. C'è un caterpillar giallo che nel filmato viene alzato di peso da una F1 che gli passa praticamente sotto per tutto un lato. C'è un rollbar portato via come burro, c'è un pilota a bordo, c'è Jules. L'impatto sulla parte sinistra del capo è devastante, la velocità è alta, maggiore di quella a cui, il giro prima, era uscita in testacoda la Sauber di Sutil che la gru stava cercando di spostare. La telemetria dice 213 all'ora nel momento in cui Bianchi ha perso il controllo.
C'è il video, c'è il filmato, c'è la certezza che solo allora il direttore di corsa permanente della F1, Charlie Whiting, decide che sì, vale la pena premere il pulsantino che attiva la safety car e avvisa i piloti di accodarsi. Perché lo sa bene lui, lo sanno tutti, sono piloti, non impiegati, lo sventolio di bandiere gialle li fa rallentare, magari da 240 a 213, invece la safety li accoda, li disinnesca.
E allora che cosa dire di Whiting, cosa pensare? Incompetente? Distratto? Inappropriato? Fate voi. Ma cosa dire anche di questa F1 e di chi la gestisce. Perché Whiting avrà anche tutte le colpe del mondo, ma questo Gp non doveva disputarsi ai margini di un tifone e partire in ritardo e concludersi quasi al buio. Lo sapeva Ecclestone che gestisce per tutti il ricco business, lo sapevano i piloti perché nella MotoGp, se piove, Rossi e compagnia alzano la manina e vaffa a tutti, ai Whiting, agli Ecclestone. In F1 no, in F1 si urla alla radio come Massa perché «non si vede niente» e però intanto si va avanti, signorsì signore, come robottini. E però, più di tutti, perché fanno da raccordo fra chi governa e chi rischia, lo sapevano le squadre che accettano e stanno zitte. E adesso la Ferrari, la più squadra di tutte, che con il team principal Mattiacci e il ds Rivola è presente al capezzale dello sfortunato pilota, questa Ferrari dovrebbe urlare più forte perché si metta finalmente una pezza a queste follie. Dall'Italia ci prova il presidente uscente Montezemolo: «È stata una corsa molto particolare con poca visibilità alle tre del pomeriggio e con tanta acqua. Ne abbiamo fatte anche altre di gare in queste condizioni e non era successo niente. Ora l'importante è capire il perché dell'incidente ed evitare che accada di nuovo». Sì, i molti perché. Vedrete, Jean Todt interverrà, Charlie Whiting ha casacca federale, il presidente della Fia non può accettare di combattere, come fa, una battaglia per la sicurezza sulle strade di tutti i giorni e poi vedere simili disastri accadere nello sport simbolo della sua Federazione.
Intanto, «condizioni critiche ma stabili, però Jules è molto molto grave» e non respira autonomamente. Queste le uniche informazioni che arrivano dalla famiglia in assenza di un bollettino dell'ospedale di Yokkaichi dopo l'intervento durato quattro ore che ha ridotto l'ematoma esteso al cervello. Perché Philippe e Christine Bianchi hanno raggiunto il figlio, perché sta arrivando il professor Gerrard Saillant, il luminare del cervello che l'inverno scorso aveva vigilato sugli interventi a Schumi. In arrivo anche il manager di Jules, Nicolas Todt, figlio dello stesso presidente della Fia.
Tutto questo mentre dall'Italia, Montezemolo
svela: «Bianchi è un ragazzo nato con noi, a cui pensavamo come nostro pilota del futuro e per la terza Ferrari visto che con ogni probabilità il prossimo anno se ne schiereranno tre». Ma quanto sa essere fottuto il destino?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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