
Ci sono secondi posti che hanno sapori diversi. Quello di Primoz Roglic è dolce come il rosa della maglia del Giro. Secondo alle spalle di un «bimbo» di soli 21 anni, il britannico Joshua Tarling, medaglia di legno nella crono olimpica di Parigi, alle spalle di Evenepoel, Ganna e Van Aert. Perde per 24 centesimi, Roglic (foto). Mai sconfitta poteva essere più bella. Basta guardarlo quando sul palco di Tirana veste la rosa, con gli occhi che sprizzano felicità e un sorriso che illumina la sera albanese. E per un secondo veste la maglia rosa di leader: attimi e momenti, che cambiano il corso delle cose: da Pedersen (superlativo nella sua difesa alla maglia) a Roglic, l'uomo che sa come si fa.
Lo fa talmente bene che si porta avanti con il lavoro. Due anni fa aspettò il penultimo giorno per vestirla, ieri non si è fatto sfuggire l'occasione per mettere immediatamente le cose in chiaro. Adesso resta da capire se lo sloveno della Red Bull sceglierà di cederla o tenersela, come ha fatto un anno fa Pogacar, e per provare a regalare agli appassionati di ciclismo il secondo show solitario di matrice slovena.
In ogni caso Primoz alla faccia delle sue 35 primavere va di fretta: in poco meno di 14 chilometri, l'ex campione olimpico della specialità infligge 16 secondi a Ayuso, 25 a Tiberi e 37 a Carapaz. «È andato fortissimo Primoz, non c'è che dire. Io ho perso qualcosa, ma ho preferito non rischiare: in fondo siamo solo alla seconda tappa», cerca di spiegare con apparente serenità il nostro Antonio Tiberi, che nella crono avrebbe potuto e probabilmente dovuto, mettere a terra una prova migliore.
Roglic non si fa pregare, non fa calcoli, non aspetta. China la testa e va. «Ho dato tutto, sono molto contento. Tutti volevano la maglia rosa, non sapevo se l'avrei presa», spiega il raggiante sloveno, che ha già mandato i rivali diretti uno per angolo: da Ayuso a Carapaz, per arrivare a Bernal.
Chi invece è lì, nonostante la sua giovane età, è il nostro Giulio Pellizzari, 21enne compagno di squadra di Roglic: è 10° in classifica
generale e studia per diventare grande, tra i grandi.Oggi terza e ultima tappa in Albania, Valona-Valona, 160 km e 2800 metri di dislivello. Giornata molto complicata, per tutti: i big sono chiamati a fare gli straordinari.
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