La bocciatura di Seedorf travolge anche Inzaghi

Il Milan non vuole un altro debuttante allo sbaraglio. Berlusconi sceglierà tra Spalletti, Montella e Prandelli

La bocciatura di Seedorf travolge anche Inzaghi

Questa volta non piange il telefono ma distende. Di primo mattino due chiamate hanno provato a cancellare l'elettricità provocata dai casi del giorno prima. Il presidente dell'Atalanta Percassi ha chiamato Galliani per scusarsi, a nome del tifo atalantino, per il lancio delle due banane indirizzate a Constant, e apprezzato il comportamento dei rossoneri coinvolti, in particolare De Jong che andrebbe premiato per averle raccolte e rispedite al mittente. La seconda telefonata è stata iniziativa del vicepresidente rossonero, indirizzata a Clarence Seedorf, per chiarire, in forma solenne, il senso della espressione "gergale" rubata dalle immagini di Sky sulla presenza di Honda in formazione al posto di Taarabt e utilizzata per riaccendere la singolar tenzone tra l'olandese e il dirigente più in vista del club. Può distendere il telefono ma non ha certo modificato i piani rispettivi. Per esempio la manager del tecnico è tornata in campo a Milano con incontri riservati e telefonate per valorizzare il lavoro del suo assistito nelle stesse ore in cui il presidente Silvio Berlusconi ha emesso il suo giudizio complessivo sul conto del Milan. «Non sono soddisfatto come non lo sono i tifosi, con la differenza che io ci metto i soldi» la sua risposta a mo' di battuta. Seguita dalla solita predica per la posizione in campo di Balotelli: «Un giorno chiederò a Mario: vuoi vincere? Allora devi stare vicino alla porta». Rinviata a fine maggio la decisione, già presa, sul conto di Seedorf.

La data indicata non è un calcolo politico ma una strategia calcistica che può far intuire il probabile scenario. Per la prossima settimana, infatti, è previsto un vertice ad Arcore tra il presidente e il suo ad di più vecchia data con all'odg il dossier allenatore. Sul suo tavolo il presidente vuole avere un quadro completo della situazione: il costo dell'esonero di Seedorf, più proposte concrete sulla successione, e una rosa di almeno tre professionisti da vagliare. In evidente calo le quotazioni di Pippo Inzaghi e non certo per l'esito del campionato Primavera. Sono altri i motivi che hanno indotto lo stesso Galliani a rinviare la promozione di Pippo: avrebbe esposto il Milan agli stessi rischi corsi con l'avvento dell'olandese, un debuttante lanciato allo sbaraglio. Deve accontentarsi di rappresentare il piano B. Perciò le proposte più attendibili al momento restano altre tre: una sicuramente praticabile, quella di Luciano Spalletti, già entrato nell'orbita Milan ai tempi di Ancelotti. Ci fu tra Spalletti, all'epoca allenatore della Roma, e l'ad rossonero un incontro riservatissimo in via Bigli che venne svelato dal tecnico toscano a un cronista romano. Poi non se ne fece più nulla e Carletto rimase saldissimo sulla panchina fino al completamento del suo periodo lungo 8 anni.

Secondo nominativo, più complicato, quindi potenzialmente irraggiungibile (c'è una clausola da 6 milioni di euro): Vincenzo Montella che ha espresso in modo evidente il suo disinteresse per una prosecuzione del rapporto con i viola. «Impossibile fare meglio» ha ripetuto nelle ultime ore. Infine c'è una terza ipotesi, ancora più difficile da realizzare e che porterebbe addirittura sulle orme di Cesare Prandelli, ct della Nazionale che ai primi di giugno partirà per il mondiale in Brasile. Dalla federcalcio ha ricevuto il formale via libera a rinnovare il contratto che non è stato ancora siglato però.

Il ritorno in patria, a metà luglio, costringerebbe il Milan a cominciare il ritiro con uno staff tecnico d'emergenza (bisognerebbe convincere Tassotti a fermarsi ancora un anno). Senza Europa league e senza nemmeno i preliminari di coppa Italia è sicuramente possibile. Poi c'è anche una suggestione Conte, ma è appunto solo una suggestione e nessun contatto.

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