Il Bologna rifà la storia

I rossoblù dopo 51 anni vincono la Coppa Italia battendo di misura il Milan in una finale tesa. Italiano fa l'impresa e cancella Motta, Conceiçao in bilico

Il Bologna rifà la storia
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È servita la lezione di venerdì scorso, a San Siro. È servita a Italiano e al Bologna, allora castigati nelle praterie lasciate e invece nella serata che conta, guardiani del loro fortino. La coppa Italia finisce nelle mani del Bologna grazie a uno spunto, isolato di Ndoye, una spina nel fianco del Milan che spreca nel primo tempo l'occasione migliore e poi disperde tutte le migliori energie non avendo un piano partita riconoscibile. Così al quarto tentativo Vincenzo Italiano può tagliare il traguardo di una finale e il Bologna colmare una lacuna durata 51 anni addirittura. Per il Milan la sconfitta è l'emblema della stagione, la stagione delle occasioni perse e delle sconfitte negli snodi decisivi. Giusto così. Conceiçao buca anche questa dopo la Champions. Merita la conferma?

Ti aspetti che esca dai blocchi il Bologna e invece spuntano le trecce di Leao che fanno scattare il primo allarme in casa Skorupski: lo spunto irresistibile di Rafa finisce sui piedi sbilenchi di Jimenez che alza sulla traversa. Ma la vera pepita d'oro per il Milan matura sullo spunto dello spagnolo con successivo cross, qui tra Beukema e il portiere combinano un doppio pasticcio che Jovic, appostato come una volpe davanti al pollaio, spreca malamente. Scampato il pericolo, il Bologna comincia a entrare in partita e lo fa con le due ali che mettono in difficoltà la difesa milanista: Tomori soffre Ndoye e finisce ammonito al 4 fallo, Theo e Pavlovic schiacciati tra Holm e Orsolini tradiscono lo stesso affanno. Due episodi, nel finale, infiammano la sfida: in una mischia in area rossonera, Beukema si libera con una gomitata sul petto di Gabbia; sul successivo rinvio di Maignan e lo scatto felino di Leao, Ferguson compie un intervento al limite falciandolo. Scatta la panchina rossonera, Gabbia reclama l'intervento del var silente e Mariani, l'arbitro, cerca scampo nell'intervallo accorciando il recupero.

Parte meglio il Bologna nella ripresa e il frutto maturo cade dall'albergo dopo otto minuti: palleggio prolungato da sinistra a destra, fino dentro l'area dove dopo un rimpallo Ndoye trova il varco per firmare l'1 a 0. I cambi di Conceiçao sono una tassa da pagare per il pessimo contributo alla causa di Jovic e Tomori, Joao Felix è un di più per rimediare anche alla serata no di Fofana e Pulisic. Solo Leao si batte come un leone, ma da solo cosa può fare? Italiano si difende meglio questa volta rispetto a San Siro con un difensore in più (Casale) al posto di Orsolini per dettare la nuova linea guida confermata dalle altre due pedine entrate (Dallinga e Odgaard) al posto dello spento Castro e Ndoye. La reazione del Milan è moscia, molto moscia al netto di una palletta arrivata a Gimenez in area e non sfruttata secondo copione.

È la resa del Milan che non ha l'impianto di gioco indispensabile per risalire la china: deve aspettare il numero del singolo che per una sera, la più importante di questi ultimi mesi, viene a mancare. E così la coppa Italia può viaggiare verso Bologna senza altri scossoni.

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