Un'idea non può diventare una trattativa serrata in 24 ore. Perciò l'affare Bonucci dalla Juve al Milan è vecchio almeno di qualche settimana, nato tra le pieghe dei ripetuti incontri tra il suo agente Lucci (cura gli interessi anche di Montella) e lo stato maggiore milanista per discutere di Bertolacci e del suo trasferimento al Genoa ormai giunto al traguardo. Bravi i protagonisti a tenere i fari spenti sul negoziato che non è ancora concluso ma giunto in dirittura d'arrivo e a tessere la tela con pazienza e discrezione al riparo da indiscrezioni e fughe di notizie. Leonardo Bonucci ha fatto la sua parte sin dal giorno successivo allo choc di Cardiff pubblicando su Instagram una frase simbolica («orgoglioso di aver fatto parte di questo gruppo») che dava l'idea del possibile, tormentato distacco. Dopo le vacanze, a poche ore dal raduno juventino, ha fatto il passo successivo e fotografato una frase di Macchiavelli («dove c'è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà») diventato il suo messaggio ai naviganti del calcio-mercato, Marotta e Paratici in prima fila. Voleva dire: ho deciso di andare via nonostante l'accoglienza ufficiale della Juve riservata dal tweet ecco la BBC pubblicato ieri mattina.
L'accoglienza tiepida ricevuta ieri a Vinovo dove ai rari tifosi che l'invitavano a restare, Leo, difeso dagli occhiali scuri, ha replicato con un assordante silenzio, ha reso evidente lo stato di separato in casa. I tempi tecnici non permetteranno di chiudere nelle prossime ore il trasferimento ma la strada è ormai tracciata, bisogna definire particolari e limare cifre. Evidente la spiegazione del clamoroso affare: la rottura di Bonucci con Allegri e la Juve è diventata insanabile quando Andrea Agnelli e Marotta tra lui e il tecnico livornese hanno scelto di prolungare il contratto di Max. A quel punto il difensore azzurro ha deciso di lasciare Vinovo e in mancanza di una golosa offerta straniera ha puntato tutto sul Milan di Montella disposto a modificare il sistema di gioco (passerebbe al 3-4-3) pur di accoglierlo con la fascia di capitano per trasformarlo nel leader del gruppo nuovissimo, giovane e alla prima esperienza in maglia rossonera. Il popolo milanista, sul web, ha masticato amaro per la sua orgogliosa militanza juventina ma a casa Milan hanno già trovato la suggestiva risposta per mettere a tacere qualche dissenso («rimettiamo in pari i conti con Pirlo»).
Definito lo stipendio di Bonucci col suo agente (6 milioni, il nuovo tetto del club stabilito da Donnarumma), c'è da spianare la strada all'accordo con la Juve che ha assegnato al suo difensore un valore di 40 milioni per il cartellino. Cifra accettata da Fassone e Mirabelli ma a condizione che Torino dica sì in contemporanea ai 15 milioni per avere in bianconero Mattia De Sciglio. Ed è su questo punto che la trattativa si è incagliata. La Juve non è disposta ad andare oltre i 10 milioni ed è questa la differenza da colmare nelle prossime ore. Con una difficoltà ulteriore.
Oggi, all'ora di pranzo, il Milan partirà per la tournèe in Cina e al seguito del gruppo ci saranno anche Fassone e Mirabelli a capo della delegazione rossonera. I contatti con la Juve perciò diventeranno telefonici o via mail. Ma come dice Lucci: «Bisogna solo aspettare».
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