La Bridgestone riapre il mondiale di Lorenzo

Prove di F1. La MotoGp non si capisce quanto volente o nolente sfrutta un pasticcio gommifero per sperimentare il pit stop stile formula uno e viene fuori un casino worldwide. Perché vince un grande Jorge Lorenzo, l'unico che stia dimostrando negli ultimi mesi di avere cabeza sopra le spalle e perde in modo disastroso la Honda che pare davvero fare le prove generali per risbarcare in F1 dal 2015 in veste di motorista della McLaren. Perché quanto accaduto in Australia ricorda da vicino certi inenarrabili disastri made in F1.
Fatto sta, primo Jorge, secondo Pedrosa, terzo Rossi nel Gp pazzo e scemo che vedeva prodigio Marquez giocarsi la vittoria in gara e nel mondiale con 43 punti di vantaggio su Lorenzo e che invece dopo sciocchezza sua e del team e squalifica annessa si ritrova, a due gare dal termine (la prossima domenica in Giappone) con un tesoretto ridotto a 18 punti. Madre di tutte le colpe è però la Bridgestone che ha portato mescole non in grado di reggere il nuovo e più abrasivo asfalto del tracciato. Da qui paura-paura, signori abbiamo sbagliato, le gomme non durano il Gp, meglio disputarlo corto, meglio fare un pit, ma il pit come si fa, si fa che tra il 9° e il 10° giro è obbligatorio cambiare gomme sennò boom, e allora tutti dentro a balzare in sella alla seconda moto con polimeri nuovi e via. Però Marquez e la Honda lo faranno un giro dopo credendo che l'11° non venga conteggiato durante il pit e invece arrivederci e grazie. Bandiera nera e mondiale riaperto.
Dirà Lorenzo: «Hanno impiegato troppo tempo ad esporre quella bandiera... comunque sono stato fortunato perché è ovvio: senza di essa non avrei recuperato così tanto anche perché in gara Marc era più veloce di me». E sull'episodio in cui tocca Marquez che rientra senza dargli precedenza: «Colpa mia che ho staccato tardi e colpa sua che doveva dare precedenza... 50 e 50». Diciamo che Marc ha fatto il Marc e Jorge il nuovo Jorge che non gliele manda più a dire ma lo avverte a ruzzoni. Quanto alle chance mondiali: «Diciamo che sono salite dal 3 a 30%».
Dirà Marquez: «Io e la mia squadra abbiamo totalmente sbagliato. Pensavamo fosse possibile fermarsi alla fine del 10°. Invece no». Già, no. «Mi sono fidato ed è successo tutto questo. La penalità inflitta? Magari potevano darmi un drive through... diciamo che avrei preferito un week end più tranquillo». E al capo Honda, Livio Suppo, da ruolo, toccherà ovviamente immolarsi: «Se qualcuno deve prendersi delle responsabilità, quello sono io.

Abbiamo commesso un errore d'interpretazione e la sanzione comminata non era precisata nel regolamento».
Dirà infine Rossi: «Bridgestone lavori per fornirci una gomma dura che vada bene e funzioni. Fin qui non l'ha fatto. Deve impegnarsi di più».

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