
La coppa del mondo compie 50 anni e la sua nuova campionessa ne ha la metà. Federica Brignone, classe 1990, è nata il giorno della presa della Bastiglia, ma per lei, oltre al 14 luglio, d'ora in poi si festeggia questa liberazione d'ottobre, celebrata sul ghiacciaio austriaco del Rettenbach, apertura della nuova coppa del mondo di sci alpino. Regina finalmente, per un giorno o per più, si vedrà. Ma intanto è fatta. E la prima vittoria, dopo sette podi, un argento mondiale e 8 anni nel circo bianco, brilla più di una carriera intera. Sì perché va sempre così: ai figli d'arte si chiede forse di più rispetto a chi arriva dal nulla. Era una promessa, è divenuta una certezza, ma il suo talento, oltre che con il cronometro e le avversarie, era sempre a confronto con il blasone di mamma Maria Rosa Quario, storica firma del Giornale . “Ninna” discreta sempre, ma ingombrante per curriculum, “Fede” che torna ad essere ciò che già era: solo e soltanto Miss Brignone, la più brava ieri, a lasciarsi dietro, con distacchi abissali, sua maestà Mikaela Shiffrin e Tina Weirather. La prima, candidata alla coppa generale, è un caterpillar della vittoria, ma ieri in ogni intervista ha ripetuto quanto Fede fosse stata brava e quanto ne studierà i video. Ed era sincera: perchè 95/100 nella prima manche e 85/100 a fine gara vogliono dire molto. Anche Weirather, altra grande figlia d'arte tanto vincente quanto perseguitata dal destino, aveva un sorriso così per il suo 21° podio.
Brignone ieri è andata fortissimo, trascinando un ‘Italia che ha piazzato altre 5 atlete nelle prime 16. Fede è saltata sul podio, ha cantato l'inno mano sul petto e le distanze le ha accorciate solo col fan club, cui ha passato in abbondanza lo champagne scatenando anche l'intervento della security a placare i “Brignoners”.
Di lei si è scritto tutto, ma è lei stessa a dare la migliore definizionezione: «Se non ho vinto pima è perché non lo meritavo». Potenza della gioventù che crescendo si fa saggezza. Anche nell'analisi delle molte occasioni perse dopo l'argento mondiale del 2011: i mondiali di Schaldming e le Olimpiadi di Sochi sono da dimenticare come i due infortuni, fra cui una cisti al malleolo mal gestita. Et voilà: il tempo scorre e la vittoria le sfugge sempre di mano. Proprio come a Soelden 2011. «Ero in testa a metà gara, poi incrociai gli sci, stavolta ho cercato di sciare nella seconda come avevo fatto nella prima. Oggi la fortuna è stata dalla mia, ma se vuoi vincere te la devi cercare. Ora bisogna rivincere». Fede è maturata: lo conferma il presidente Flavio Roda: «Sia tecnicamente, sia mentalmente». Brignone ha lavorato sodo questa estate. In pista finalmente il ghiaccio che le piace. All'arrivo la famiglia e gli amici. «Dovevo nascere figlio unico!», ride fra il serio e il faceto, il fratello Davide.
Fede è talento come suo padre Daniele «cui viene bene tutto ciò che fa» ed è determinazione come mamma Ninna che ieri ha atteso il verdetto, sfogliando un libro sulla Provenza, nascosta in tribuna. Ora le luci della ribalta son per quel portento di ricci neri ed occhi verdi: la “bastiglia” è presa. Il giorno di gloria è arrivato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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