Guascone come buona parte dei portieri lo è per davvero. Lo si evince da una carriera frenetica, seppur acerba, e da una condotta di vita un po' fuori dagli schemi di Thibaut Courtois, il portiere anti-Milan in Champions League. Ha appena 22 anni, ma a luglio raggiungerà Mourinho al Chelsea. Lo Special One lo considera un "number one", fino al sacrificio del monumentale Petr Cech. Dall'alto dei suoi due metri il nazionale belga ringrazia, ma prende le distanze dalla modestia: «sono tra i migliori al mondo nel mio ruolo, probabilmente il migliore. Sarà mica un reato? Eppure la gelosia è dilagante e vengo dipinto come in realtà non sono».
In porta Courtois ci è arrivato davvero per caso. Giocava da terzino sinistro nell'under 16 del Genk, poi un sabato pomeriggio di otto anni fa per vari motivi saltarono come birilli ben cinque candidati alla maglia numero uno.
«L'allenatore mi chiese di andare in porta per via della mia statura. Un episodio che ha cambiato tutto, anche se da terzino mi divertivo un sacco. Correvo e dribblavo avversari. Dicevano che sembravo Giacinto Facchetti. Quando ho capito chi fosse sono diventato rosso...».
Courtois comunque è davvero una delle armi vincenti dell'Atletico Madrid. Al momento nel palmares del belga ci sono soprattutto belle ragazze.
Serate galanti che hanno lasciato lo strascico di un conto salato da pagare. Un regolamento di conti consumato negli spogliatoi a suon di cazzotti con i due rivali.
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