A Coverciano si respira già aria di Confederations e non solo perchè l'amichevole di lusso con il Brasile è alle porte. Ieri il «battesimo» della maglia Puma che gli azzurri indosseranno in Sudamerica nel prossimo giugno: una tenuta di gioco ecosostenibile e più tricolore nel colletto e nelle maniche.
Fatta la maglia, c'è da fare l'Italia. Il conto alla rovescia verso Brasile 2013 (mancano 90 giorni al debutto contro il Messico) parte con il «blocco» biancorossonero - la metà dei convocati sono di Juventus e Milan anche se Chiellini potrebbe lasciare la truppa per un infortunio alle caviglie, ma si parla della convocazione di Antonini -. Il tutto in attesa di conferme da Balotelli, forte di un importante biglietto da visita (7 reti in 6 partite) da quando è tornato in un club italiano, e con un'apertura al Totti da record (da domenica sera è il secondo marcatore all time della serie A). Con un ct dibattuto tra la vocazione etica della sua Nazionale e gli scenari nostrani («questo clima di campionato non mi piace, Conte ha ragione, ci sono situazioni esasperate e violente»).
La questione blocchi. «Non vedo molti giocatori più forti di quelli che ho convocato - sottolinea Prandelli -. È vero, è sempre più una Nazionale basata sui blocchi di Juve e Milan ma a me piace lavorare sui blocchi, perchè penso che lo spirito di squadra ne possa trarre beneficio. In attacco stiamo completando un percorso importante, ma non voglio accantonare il nostro centrocampo di qualità, anche nella prospettiva futura di presentare un attacco con le ali grandi. Il blocco Milan potrebbe anche aumentare, in compenso sono soddisfatto dai messaggi che mi arrivano dal calcio giocato».
Il doppio appuntamento. Il Brasile è avversario di prestigio («negli ultimi anni contro di loro abbiamo giocato poco e male», dice capitan Buffon) ma la parentesi azzurra comprende anche l'appuntamento con Malta che potrebbe chiudere la pratica qualificazione ai Mondiali. «Affrontare la nazionale verdeoro - spiega Prandelli - è sempre una grande emozione, ma non vorrei che questa tensione ci facesse perdere di vista la gara con i maltesi, che per noi è la più importante».
L'attacco delle creste.Nella testa del ct SuperMario fa la punta centrale, con El Shaarawy che parte da sinistra. «Balotelli lo vedo molto motivato, a lui mancava solo la continuità, ora è concentrato e nel Milan sta ricoprendo al meglio quel ruolo che è anche il suo ruolo in Nazionale - così il ct -. Gli era stata data un'opportunità, la sta sfruttando bene. Incompatibilità con Stephan? No, sono attaccanti che lavorano in settori diversi e si completano. Sono giovani, ci daranno grandi soddisfazioni».
Il clima «italico» esasperato. La denuncia di Conte dopo la gara con il Bologna e la sua contestata esultanza per la vittoria riaccende il dibattito sul clima che si respira nel nostro campionato. «C'è una linea sottile tra "esultanza" e il mancare di rispetto all'avversario - spiega Prandelli -. Insomma ci sono tante situazioni che possono anche spingere un allenatore a lavorare all'estero. Quando parli con i nostri colleghi che allenano fuori dall'Italia, tutti rimarcano che certi problemi all'estero non esistono, le partite finiscono lì, sul campo. Da noi non siamo ancora capaci di trasmettere i giusti valori. Ecco perchè anche per me andare all'estero potrebbe costituire un'esperienza importante: anzitutto risparmierei energie che qui si disperdono nel rispondere alle solite domande. Comunque, al momento sono il ct azzurro e come Nazionale dovremo tenere i comportanti più corretti e di non accettare provocazioni».
Totti e il mondiale. I profumi di gol arrivano anche dalla Capitale. «Parlando di Francesco, ha ragione Mazzone - conclude Prandelli -. Il problema non è sull'immediato, visto che oggi sembra ancora un ragazzino.
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