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C'è Milan-Monza. Per Silvio e Galliani è il derby del tempo tra passato e futuro

I rossoneri trascinati dalla saggezza di Pioli, i brianzoli resuscitati da Palladino

C'è Milan-Monza. Per Silvio e Galliani è il derby del tempo tra passato e futuro

Monza. C'è solo una certezza, prima di Milan-Monza. Comunque vada, il volto di Adriano Galliani non assomiglierà a quello che si ricorda, in cima ai 132 scalini che portano alla tribuna stampa del Meazza. Nessun gol potrà trasfigurare il volto dell'ad del Monza, come succedeva ai suoi tempi in rossonero. C'è il biancorosso, ora, e la cravatta gialla di quegli anni fa spazio a quella azzurra. Ma a essere differente è innanzitutto la partita. I passi da compiere per salire in cima allo U-Power Stadium sono solo 84, 48 in meno, ma il vicepresidente vicario del Monza non ha scalato marcia. Per lui e per la famiglia Berlusconi, che alla Scala del calcio hanno rappresentato la lirica di Puccini e i testi di Aristofane, questa partita non è diversa da un sogno. Anche perché per colpa del Covid non c'erano, Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, in quell'amichevole tra Milan e Monza del 5 settembre 2020 a San Siro. Loro che con il Milan avevano vinto scudetti e coppe come «neanche Santiago Bernabeu, a cui pure hanno dedicato uno stadio», ripete spesso Berlusconi. Ma il miracolo calcistico di Monza è paragonabile a quei successi, ricorda invece Galliani. Perché in Brianza la serie A era rimasta tabù per 110 anni, non come su quella sponda del Naviglio che prima del citato duo aveva già vinto titoli dentro e fuori i confini nazionali. Il parallelismo tra Milano e Monza ritorna, anche se Galliani specifica che in realtà il suo di viaggio è stato un Monza-Milano-Monza. Lui che era stato dirigente nella città di Teodolinda, prima di passare alla storia sotto la Madonnina. Così, quando il 13 settembre è stato nominato Palladino mister dei biancorossi, la scommessa è stata paragonata a quella di Arrigo Sacchi.

E oggi il tecnico partenopeo, nonostante la sconfitta di Empoli, è l'uomo del nuovo rinascimento calcistico monzese. Ha battuto la Juve, ha regalato la prima vittoria, ha portato mercoledì sera i suoi agli ottavi di Coppa Italia. Il successo di Udine, ottenuto con la quasi totalità di giocatori non impiegati in campionato, ha evidenziato quelle «stimmate del predestinato» di cui Galliani parlò presentandolo. Nel primo tempo alla Dacia Arena, Palladino ha stupito schierando nel tridente offensivo tre centrocampisti (Colpani, Machin e Valoti). Nel secondo tempo di Empoli, ha tolto il centrale di difesa (Marì) per mettere in campo un play (Barberis). Azzardi e intuizioni alla Guardiola, in stile rispettivamente Barcellona e Manchester City. Solo che sabato a San Siro mancheranno Rovella (squalificato) e forse Izzo (infortunato). Due perni su cui è ruotato il nuovo corso del Monza. Ed è proprio Palladino che ora deve recitare il ruolo più difficile e cercare l'abito giusto per i suoi, nel teatro calcistico più importante.

In platea, Berlusconi e Galliani non mancheranno a questa prima, così importante da essere unica.

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