C'è un'italiana che si gioca il mondiale

È Gala. La sua "Freed from desire" è passata da "Pioli's on fire" a "inno" Bleus

C'è un'italiana che si gioca il mondiale

Parigi. Un virus influenzale ha fiaccato 3 giocatori della nazionale francese. Upamecano, Rabiot, Koman. Tutti o quasi rimessi in piedi per la finale, con dieta modificata per sostenere le difese immunitarie: vedi il "the allo zenzero" per i malati dell'ultim'ora, Varane e Konaté. Ma per la squadra di Deschamps, il menù non è stato la sola cosa a cambiare durante questo Mondiale, a partire dal capo-animatore del gruppo. In assenza di Presnel Kimpembe, giullare designato dallo spogliatoio durante la Coppa del Mondo 2018, qualcuno doveva prendere il suo posto. È stato Aurélien Tchouaméni, 22 anni. Dopo la vittoria sulla Danimarca (2-1), valsa ai Bleus la qualificazione agli ottavi, il giocatore del Real Madrid si è preso carico della colonna sonora post-partita, togliendo dalle mani lo smartphone a Eduardo Camavinga per mettere su una musica che mettesse tutti d'accordo. Qualcosa che non fosse né rap (caro ai giovani) né chanson (più da Giroud).

Per i festeggiamenti negli spogliatoi, Tchouaméni fa partire "Freed From Desire" dell'italianissima Gala. Ed ecco come la "Gioconda" italiana della dance è stata "rubata" dai Bleus. Prima in via estemporanea, come successo già negli stadi di mezzo mondo (oltre a San Siro, dove almeno i tifosi hanno usato un po' di fantasia cambiando il refrain in "Pioli's on fire!"). Poi col passare dei giorni, nello spogliatoio transalpino si è aperto un vero e proprio dibattito: se non fosse cioè il caso di scegliere questa hit degli Anni '90 come nuovo inno della nazionale. Unificante, trasversale, in mancanza di pezzi francesi come collante.

Le tv francesi per ora si contendono Gala mandando in onda i cori degli spogliatoi e raccontando la sua storia artistica che passa da Via Massena e dagli studi milanesi di Radio Deejay, dove nel '96 Maurizio Molella e Phil Jay registrarono la hit. E la Francia del calcio balla ora su note italiane. Sugli spalti di Doha, sono attesi 6mila tifosi dei Bleus pronti a intonare il nuovo "inno" della Nazionale: Nannana na-na-na-na nannana na-na. «Ho scelto io la musica», rivendica Tchouameni, che quando "Freed From Desire" uscì in radio ed esplose nelle discoteche di mezza Europa non era neppure nato. «Vedi quanto sono stato bravo?», ha detto ai suoi. Vedremo se i Bleus avranno la meglio sull'Albiceleste (che invece ha creato un suo tormentone adattando un brano di un gruppo ska argentino, mettendoci dentro la storia di un popolo e dei suoi eroi, da Messi a Maradona, passando per la guerra delle Falkland). Intanto BfmTv ha intervistato Gala come nuova diva portafortuna: il nome è quello della musa di Pablo Picasso. E poco conta se 16 giocatori dell'attuale gruppo transalpino neppure c'erano quando il pezzo uscì. Già durante Euro 2016, i supporter nordirlandesi usarono la canzone per inventare un canto in onore di Will Griggs: "Will Grigg's on Fire" (è scatenato). Risuonò per un mese in Francia, anche se il calciatore non aveva giocato un minuto. Da lì, inno planetario. Il coro da stadio più diffuso al mondo. Made in Italy. E se la Nazionale di Mancini al Mondiale 2022 non si è qualificata, c'è Gala Rizzatto in finale, milanese trapiantata a New York, osannata dalla nazionale di Deschamps (e dallo stesso Macron, che nello spogliatoio dopo la vittoria sul Marocco non si è fatto mancare un battimani a tempo di "nannana na-na-na-na nannana na-na", mentre i Bleus in canotta saltavano tirandosi acqua e vestiario). Ora la vogliono alla finalissima. In Qatar. E per una serie di coincidenze lei si trova proprio nel Paese degli emiri.

La fascia "One Love" proibita dalla Fifa, quella pro LGBTQ+ che i capitani di alcune nazionali volevano indossare, è quasi un lontano ricordo. Infantino ha spiegato che quando si gioca a calcio si rispettano le regole, fuori dal campo ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. Se vince la Francia, la nuova playlist è pronta a uscire dallo spogliatoio. E stupire Doha.

Con un canzone simbolo di fratellanza e rispetto dei diritti, che vive l'ennesima nuova giovinezza. E chissà che Gala non la canti dal vivo. A meno che non siano Messi e compagni a cantare "la terra di Diego e Lionel" alzando la coppa al cielo.

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