Senza benzina a pochi chilometri dallo striscione d'arrivo. Ecco cosa succede al Milan, ancora una volta incapace di custodire il vantaggio, fortunoso, artigliato da Destro in avvio di ripresa. Regge per meno di mezz'ora all'assedio fiorentino, il fortino di Diego Lopez, e alla fine deve arrendersi a un paio di colpi di testa, Rodriguez e Joaquim, due spagnoli, che abbattono il muro di carta pesta e riportano sotto l'insegna del giglio il successo sul Milan, assente dalla bellezza di dieci anni addirittura, dal novembre del 2005. Ancora una volta, dopo qualche scampolo di buon calcio, il Milan di Inzaghi rimane a mani vuote, piegato nel finale da una discutibile condizione fisica. Mentre la Fiorentina, reduce dal giovedì di Europa league, chiude alla grande sprintando sui due binari. Sono i cambi ordinati da Montella a capovolgere le sorti della sfida. Troppo fragile il Milan in quella versione di difesa disperata. E così anche una prova discreta si conclude con zero soddisfazione e zero punti. Come si capisce al volo non sono le voci sul futuro il problema di Pippo e della sua squadra.
Mai visto sgabbiare così bene il Milan, disposto meglio secondo sistema più noto, gamba sveglia. Così Inzaghi può sorprendere e mettere all'angolo Montella che impiega 15-20 minuti per ridisegnare meglio la sua Fiorentina. Honda prima e Menez poi, in sequenza, hanno la possibilità di lasciare subito il segno sulla pelle dei viola: in un caso Neto, il portiere, nell'altro Rodriguez, disinnescano i due pericoli e offrono al tecnico il tempo sufficiente per rimettere a posto le sue pedine. Col 4-3-3, molto più razionale e funzionale, la Fiorentina riguadagna il governo del gioco e della palla, sfruttando in particolare la corsia di sinistra dove Ilicic e Pasqual esprimono al meglio le potenzialità offensive. La partenza del Milan è promettente, si vede poco Menez, si accende Bonaventura mentre i difetti sono quelli di sempre, compresa la cattiva abitudine di fare incetta di cartellini (tre gialli nella prima mezz'ora). E infatti da calcio piazzato arriva il primo rischio (traversa di Basanta, di testa) per i rossoneri, da calcio piazzato anche il secondo (testa di Gilardino rinvio di Abate) a dimostrazione che non è solo una questione di centimetri ma in particolare di meccanismi difensivi da perfezionare.
La migliore partenza della Fiorentina, nella ripresa, spiegata anche dai due cambi effettuati durante l'intervallo da Montella (fuori Richards e Aquilani, dentro Joaquim e Badel), non trova riscontri concreti, se non in qualche impreciso tiro dalla media distanza. Invece è sufficiente per il Milan un tiro sbilenco, dal limite, di Bonaventura, per cogliere il frutto inatteso del gol, firmato da Mattia Destro, fino a quel momento rimasto a secco di acqua come nel deserto: il giovanotto, piazzato nel cuore dell'area, mette il piattone sulla traiettoria alla maniera dei bomber di razza. A quel punto la Fiorentina molla gli ormeggi e il Milan corre a rifugiarsi dalle parti di Diego Lopez, incoraggiato dalla buona resa dei due centrali Mexes e Paletta. Ma come gli succede da sempre, altro peccato originale difficile da estirpare, a furia di rinculare, i rossoneri finiscono col subire il ritorno dei viola. Uno dei cento cross di Joaquim, sulla destra, finisce sul secondo palo e sulla testa di Rodriguez, lasciato senza spiegazione libero di colpire con una frustata, Abate è l'unico che tenta un disperato intervento.
Uno degli ultimi arrivati, Joaquim appunto, l'artefice della serata viola, trova lo spunto per cogliere il tempo ad Antonelli e firmare di testa il 2 a 1 che infiamma Firenze e ricaccia indietro il Milan e il suo fragile condottiero. Si arrende anche l'arbitro Russo, tendinite: lo rimpiazza negli ultimi 10 minuti Valeri, addizionale fino ad allora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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