Calcio da anni 50 a villa arzilla

di Tony Damascelli

L a serie A torna ai favolosi anni Cinquanta. Dico delle squadre materasso, con un inutile torneo a 20 squadre, modestissimo di qualità, il Benevento ne busca dieci in tre giorni, la Spal si arrende ancora a San Siro, il Crotone ne paga cinque all'Atalanta, siamo alla viva il parroco. Non è soltanto una questione di classifica ma proprio di censo: o si va a 16 o 18 squadre o la noia e la mediocrità tecnica condizioneranno il cosiddetto spettacolo, il campionato e la nazionale.

Nonostante la Var (rigore concesso e poi cancellato) la Juventus ai minimi va in testa grazie a un eroico Mandzukic e non a Higuain, indisponente e impresentabile. Ma il Napoli non si distrae, spegne l'euforia della Lazio speranzosa ma jellatissima con due difensori infortunati e concede all'animale (sic Sarri) Mertens un gol da pazzi, poi dilagando. Buone notizie dalla Roma anche se contro il Benevento si è trattato di una leggera seduta di allenamento.

Le due di testa si spolverano dalla giacca l'Inter pigra, fermata alla stazione di Bologna. Spalletti elucubra e la squadra rallenta.

Nessun colpo di

scena, dunque, football modesto con qualche fuoco pirotecnico isolato, molti (forse troppi) calci di rigore e ritmi da villa arzilla. La vittoria del Torino a Udine preannuncia un derby tosto, sabato sera. Almeno speriamo.

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