Domenico Latagliata
Meglio armarsi di santa pazienza per cercare di capire. Sapendo anche che, probabilmente, al calciofilo medio non basterà essere in possesso di un abbonamento per godersi in santa pace, sul divano di casa propria, il prossimo campionato di calcio. Merito (o colpa: decidete voi) dell'assemblea dei presidenti della Lega di serie A che ieri, dopo aver risolto il contratto con la spagnola Mediapro, ha approvato i nuovi pacchetti per la vendita dei diritti televisivi per il triennio 2018-2020: quella che si prospetta è una vera rivoluzione, nemmeno così indolore.
Due le grandi novità, quindi. La prima: nessun operatore, in prima battuta, potrà acquistare e di conseguenza trasmettere l'intero campionato di Serie A, il che implica il rischio per gli utenti di dover attivare due abbonamenti per vedere da casa tutto il campionato. La seconda prevede invece l'obbligo di trasmettere le immagini delle partite di campionato in chiaro solo dopo le ore 22 in tv, oppure tre ore dopo il fischio finale delle partite sul digitale: un provvedimento che mette seriamente a rischio la sopravvivenza di una trasmissione popolare come 90° minuto. In serata è infatti intervenuta la Rai: «Invitiamo la Lega a rivedere questa decisione perché danneggia i tifosi e potrebbe costringerci a rinunciare a trasmissioni storiche come il 90° minuto.
Il prezzo minimo garantito complessivo che la Lega Serie A vorrebbe ricavare dalla cessione dei diritti è di 1,1 miliardi di euro. In vendita ci sono tre pacchetti con esclusive per prodotto ma, come detto, nessun operatore potrà acquistarli tutti: il licenziatario potrà però ritrasmettere le proprie partite sulla piattaforma di un altro broadcaster attraverso accordi commerciali. Avendo scelto una vendita per prodotto anziché per piattaforma, l'assemblea (che ha votato all'unanimità) si augura di aumentare gli introiti di 300 milioni di euro. Scendendo più nel dettaglio, i pacchetti non saranno più costruiti in base alle squadre ma alle fasce orarie. E quindi: chi acquisterà il primo pacchetto (base d'asta da 452 milioni di euro l'anno) avrà 114 match, pari a tre gare per giornata in altrettante finestre orarie: ore 18 del sabato, ore 15 della domenica e ore 20.30 sempre della domenica (15 minuti in anticipo rispetto alle gare serali della scorsa stagione). Un secondo pacchetto (prezzo minimo da 408 milioni) permetterà all'acquirente di trasmettere 152 gare in quattro finestre orarie, in particolare le partite delle 15 di sabato e domenica, la gara delle 18 di domenica e il monday night match del lunedì. L'ultimo pacchetto (da 240 milioni) consentirà infine di trasmettere 114 gare corrispondenti a tre partite a giornata: la partita delle 20.30 del sabato, quella delle 12.30 di domenica e una di quelle alle 15 sempre di domenica. Gli assegnatari di tutti e tre i pacchetti potranno decidere su quale piattaforma trasmettere gli eventi (satellite, digitale terrestre, ecc): il bando prevede il diritto a favore dei licenziatari di un pacchetto di ritrasmettere il proprio palinsesto anche su piattaforme audiovisive di terzi. Le offerte andranno presentate entro mercoledì.
C'è dell'altro, anche. Perché gli highlights della serie A saranno disponibili in chiaro prima sul web che in tv. E il rischio è che possa non esserci più spazio per trasmissioni come 90° minuto: il bando vieta infatti la trasmissione delle azioni migliori e dei gol del campionato prima delle ore 22 di domenica sulle tv non a pagamento. Questo pacchetto non esclusivo sarà in vendita entro giugno, come quello per gli highlights destinati al web, da trasmettere però tre ore dopo la fine della partita.
Resterà infine salvo il diritto di cronaca per la trasmissione dei gol durante i telegiornali. Con questo scenario, le società di calcio saranno un po' più ricche: difficile però che gli utenti televisivi risparmino qualcosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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