Un tempo di grande saggezza di gioco e tattica, un tempo di sofferenza anche se con pochi rischi. A Firenze c'è il lieto fine per il Milan che risponde subito alla lanciatissima Atalanta e si tiene aggrappato al trenino in corsa verso la prossima Champions. Il primo successo al Franchi dopo 5 anni - l'ultimo l'avevano siglato Mexes e Balotelli nel marzo 2014 - porta la firma di Calhanoglu. Uno che non segna molto (appena 2 reti con oltre 90 tiri effettuati in stagione), ma che ha nei viola la squadra preferita a livello realizzativo (tre reti in 4 gare). Ora che Piatek si è preso una vacanza prolungata - è senza gol da 371 minuti (l'ultimo alla Juve il 6 aprile scorso) dopo gli otto segnati nelle prime undici partite in rossonero - Gattuso fatica a trovare uno stoccatore. E dopo i gol di Suso e Borini al Bologna, spunta quello del turco protagonista di una stagione in chiaroscuro, ma ora in ripresa anche nel ruolo di mezzala. Il tecnico che ama più «il bordello che le carezze» sigla anche la tregua tattica con Bakayoko (che a fine stagione non sarà riscattato dal Chelsea) considerando la forma del francese: meglio dimenticare la polveriera e il nervosismo degli ultimi tempi e fare buon viso a cattivo gioco.
La Fiorentina (un gol nelle ultime sei gare) resta ancora senza vittorie: sei pareggi e ben otto sconfitte la serie negativa dal 17 febbraio a oggi, e al Franchi l'appuntamento con i tre punti manca addirittura dal 16 dicembre, derby con l'Empoli nel girone di andata. Una serie così non si registrava da quasi trent'anni. A Firenze tira sempre aria di contestazione: ieri pomeriggio un flash mob di 500 tifosi viola nelle strade del centro con monetine lanciate verso il negozio dei Della Valle (il patron, con una lettera pubblicata da La Nazione, ha tuonato: «Basta insulti da chi vuole sfasciare la società»); in serata solito sciopero di un tempo della curva Fiesole che prima del match aveva applaudito i reduci della squadra viola yè yè che vinse lo scudetto 50 anni fa sfilati sul terreno del Franchi e fischi assordanti alla fine dopo il quinto (con la Coppa) ko di fila.
Il saluto affettuoso tra Gattuso e Montella, presente e passato della panchina milanista, non è di circostanza. Come quello tra i giocatori rossoneri e il loro ex tecnico tornato ora alla Fiorentina per risollevare una difficile situazione. E l'atteggiamento più rinunciatario che prudente dei gigliati nel primo tempo spiega l'attuale stato d'animo della squadra. Contro una squadra viola bloccata, il Milan appare propositivo e padrone del gioco: in 45 minuti assedia la porta di Lafont, bravo su Suso e Calhanoglu ma battuto dal colpo di testa del turco, servito proprio dallo spagnolo (10° assist stagionale, il migliore con l'atalantino Gomez e il napoletano Mertens).
La ripresa vede una Fiorentina più viva, ma la mira continua a essere sbagliata.
Donnarumma chiude bene la porta anche se i tentativi viola non sono così insidiosi. Il Milan regge, sfiora il 2-0 con Cutrone e si prende tre punti d'oro per «blindare» l'Europa League e continuare a sperare nella Champions.
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