Il Napoli si riaffaccia nell'Europa che conta dalla porta principale, cancellando la delusione di tre anni fa con Benitez in panchina, quando il preliminare di Champions fu fatale. Quattro anni dopo il Milan, quindi, un'italiana supera l'esame di agosto e domani a Monte Carlo - nelle mani di Totti e Shevchenko - finirà anche la pallina con il nome della truppa di Sarri oltre a quello della Juventus e della Roma.
Il primo obiettivo stagionale è centrato, con 35-40 milioni che finiscono nelle casse di De Laurentiis, chiamato ora a regalare uno o due rinforzi a una squadra che resta in mano ai titolarissimi (quelli in campo nelle due sfide con il Nizza) ma che si affiderà anche a valide alternative, come ha dimostrato la prima gara di campionato a Verona.
Strameritata la qualificazione del Napoli, guardando ai 180 minuti complessivi contro i francesi. Stesso risultato all'andata e al ritorno ma se al San Paolo, Insigne e compagni avevano balbettato un po', complice il poco filtro a centrocampo, senza però concedere alcun tiro nello specchio agli avversari, ieri all'Allianz Riviera gli azzurri sono stati a lungo padroni del campo. Nemmeno la presenza in campo di Balotelli e Sneijder, ancora in ritardo di condizione, riesce a cambiare il volto di una gara che pare scritta sin dal fischio d'inizio. Impalpabile la presenza dell'ex attaccante di Inter e Milan, fischiato quando Favre decide di sostituirlo quasi sui titoli di coda. Supermario è fuori dal campo per una fasciatura (al braccialetto che porta al polso) durante l'azione del gol del Napoli e riesce anche a discutere con il quarto uomo e l'arbitro Skomina.
Il Nizza era chiamato a riequilibrare lo 0-2 dell'andata, ma a comandare le danze è stata la squadra di Sarri, scesa in campo con grande personalità e consapevole di poter far valere la maggiore qualità tecnica dei suoi. Dominio evidente dei partenopei, per nulla disturbati dai petardi sparati sotto l'hotel nella notte della vigilia dai tifosi francesi (alcuni dei quali arrestati). Un dominio legittimato da undici tiri in porta nel solo primo tempo e dai due gol firmati da Callejon e Insigne. I francesi sembrano impauriti e incapaci di superare la propria metà campo, pagando l'assenza di un elemento che faccia gioco - Sneijder deve spesso arretrare per cercare di inventare qualcosa -. In più nessuno va a disturbare i portatori di palla avversari (il lavoro di Koziello, ieri assente per squalifica, era stato prezioso all'andata). L'unico a tentare qualche accelerazione è il brillante Saint-Maximin.
L'incapacità di ripartire del Nizza è anche merito di un Napoli perfetto nella doppia fase offensiva e di non possesso. Insigne regala lampi di gran gioco, gli azzurri mostrano la solita manovra straripante e veloce secondo lo spartito abituale fatto di meccanismi ormai collaudati. Rischi in difesa pochissimi e uno zero nel tabellino marcatori all'intervallo che risultava quasi sorprendente. Ma è stato il solito Callejon implacabile da dentro l'area a rompere l'equilibrio del punteggio, mentre Mertens - grande protagonista al San Paolo e generosissimo anche a Nizza - si è fermato al palo. Non Insigne, che ha coronato la sua prova con una bellissima rete poco prima del 90'.
Maurizio Sarri conquista un
altro record: nessuna squadra italiana era riuscita a superare il playoff di Champions e vincere la prima in campionato. Sette reti realizzate, tutti da marcatori diversi, un solo gol incassato. Numeri che già impressionano.
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