Il «calore» della Russia il coraggio di Carolina e il salame del biathlon

Il «calore» della Russia il coraggio di Carolina e il salame del biathlon

SochiVentiduesima edizione dei Giochi olimpici invernali? Forse sarebbe stato meglio chiamarla prima edizione dei giochi olimpici primaverili, visto il clima… Lasciando Sochi con i suoi 23 gradi, le sue palme e il suo Mar Nero dove Julia Mancuso si è divertita a surfare dopo aver messo via gli sci, ecco qualche appunto e un po' di voti in libertà.
Sochi 2014: voto 9
E' stato bello. I russi sono stati bravi, simpatici, collaborativi, entusiasti, elastici. L'organizzazione ha funzionato bene. Bisogna solo sperare che da qui alla Paralimpiade che di fatto chiuderà il sipario su Sochi 2014, riescano a chiudere tutti i cantieri ancora aperti, sistemino il greto del fiume che taglia in due la valle, non lascino quelle ferite che ai nostri ecologisti farebbero venire un infarto. «In sette anni Sochi ha fatto quello che altri non riescono a fare in decenni», ha detto Thomas Bach prima di dichiarare chiusi i suoi primi Giochi da presidente del Cio. Vero, l'importante è che non ne basti uno per tirare giù tutto. Sarebbe davvero un peccato, oltre che uno spreco inaudito.
Il nuovo volto del Cio: voto 8
Nessuno diventa presidente del Cio senza avere agganci politici e amicizie influenti, non facciamoci illusioni, ma la prima uscita di Thomas Bach è stata salutata da tutti come l'inizio di una nuova era, in cui gli atleti avranno più peso e influenza nelle decisioni che li riguardano. Il tedesco Bach, ex schermidore già campione olimpico, ha fatto discorsi molto apprezzati sia alla cerimonia di apertura che a quella di chiusura. Condivido al 100% quanto ha detto in particolare sulla "nuova Russia": «Efficiente e amichevole, patriottica e aperta al mondo. Siamo tutti arrivati qui da ospiti di un paese che incuteva rispetto per la sua storia, ce ne andiamo da amici». Se imparassero anche l'inglese sarebbe perfetto.
La battuta del dt Curtaz: voto 10
Se ne sono dette e sentite di tutti i colori a Sochi, cose sgradevoli e piacevoli, divertenti e irritanti. Ma se devo scegliere la battuta più azzeccata e originale di questi Giochi non ho dubbi, è quella pronunciata dal dt del biathlon Fabrizio Curtaz a commento del bronzo conquistato dalla staffetta mista azzurra dopo tante occasioni sprecate: «Questa volta non ci hanno tolto il salame dal panino».
I salti dell'Extreme Park: voto 5
Ci hanno decimato la squadra di snowboard, ci hanno emozionato, ma soprattutto spaventato, con tutte quelle cadute, alcune con conseguenze ben più gravi della perdita di una medaglia. Lo hanno chiamato Extreme Park e mai nome fu più azzeccato per il "parco giochi" di quei ragazzi che con la tavola o con gli sci si divertono volando ad altezze incredibili, ma atterrando spesso come non avrebbero dovuto e voluto. Stessa pista per uomini e donne, una follia, per molti è come se Tina Maze e Anna Fenninger dovessero scendere per la Streif di Kitzbuehel. Michela Moioli e Omar Visintin se li ricorderanno a lungo quei salti che hanno stoppato il loro volo verso podi quasi certi e li hanno fatti tornare a casa con le stampelle.
Carolina Kostner: voto 9
Si puntava su di lei per la medaglia, ma con riserva, più per stima che per altro. Si sapeva che la coreana, le russe e le giapponesi erano forti, più forti, e che quindi Caro avrebbe anche potuto finire al sesto posto, ancora una volta lontana dal podio olimpico. E invece stavolta a sbagliare sono state le altre, lei è stata semplicemente perfetta, per due giorni consecutivi. Le mancava la medaglia olimpica? Finalmente ha anche quella, vinta al terzo tentativo, l'ultimo, il più difficile forse: ora o mai più.
Alessandro Pittin: voto 7
Le sue rimonte nelle gare di combinata nordica sono ormai leggendarie e anche a Sochi Ale ha dato il meglio di sé, facendo sempre il miglior tempo nella frazione sugli sci. Stavolta lo sforzo non è bastato per la medaglia, come a Vancouver, ma il quarto posto nella gara in cui si saltava dal trampolino piccolo è stato in ogni caso da applausi. Ora aspettiamo che tutti i fantasmi che ancora lo bloccano quando salta, soprattutto dal trampolino grande, se ne vadano, per ritrovarlo vincente come prima degli infortuni.
Il doping

di Frullani,

voto 0
Il caso doping di William Frullani, come molti ex dell'atletica approdato al bob con il ruolo di frenatore che in realtà deve pensare soprattutto a spingere in partenza, è stato una macchia fastidiosa sull'olimpiade azzurra. Il presidente Flavio Roda, alla cui federazione fa capo il bob, ha chiesto scusa e Giovanni Malagò lo ha lodato per questo.

Ma la figuraccia resta, anche se è evidente che l'ex decathleta ha fatto tutto da solo, nel modo più stupido e assurdo, comprandosi i prodotti su internet. Sembra impossibile che esistano ancora persone così ingenue.

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