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Calvarese, il fischietto che ha espulso il Var Mai usato in 20 giornate

Il suo nome non compare in nessuno dei 52 casi rivisitati dai colleghi posti davanti ai monitor

Calvarese, il fischietto che ha espulso il Var Mai usato in 20 giornate

Per Giampaolo Calvarese, l'arbitro teramano finito nel tritacarne delle polemiche dopo la mancata concessione d'un rigore al Cagliari, il Var non esiste. Il suo nome non compare in nessuno dei 52 casi rivisitati dai colleghi posti davanti ai monitor, che hanno permesso di cancellare altrettanti errori. Figuratevi come sarebbero cambiati tanti verdetti. C'è chi, invece, non ha problemi a confrontarsi con il Var, come Abisso, Mariani, Mazzoleni, Banti. Il dato non può essere sfuggito a Rosetti e Rizzoli, responsabile della nuova tecnologia e capo dell'organo tecnico, bravissimi a stilare classifiche di ogni tipo. E pensare che Calvarese, 42 anni il prossimo 20 febbraio, in A da una decina di stagioni, ha una laurea in ingegneria. A tradirlo è forse quella spiccata personalità che, ad esempio, lo portò a scontrarsi con l'allora designatore Collina in una riunione tecnica a Coverciano. O che, in un Fiorentina-Napoli del 2013-14, lo indusse ad ammonire per simulazione il viola Cuadrado, vittima di un plateale sgambetto nonostante il parere contrario dell'arbitro di porta Doveri.

A Cagliari ha fatto bingo con due decisioni così temerarie che sarebbero piaciute all'Orlando furioso dell'Ariosto. In occasione dell'azione che ha preceduto il gol della Juventus, ha concesso un fantomatico vantaggio al Cagliari invece di punire il fallo di Benatia su Pavoletti. Qualche minuto più tardi non ha voluto saperne di rivedere al monitor il mani di Bernardeschi che ha intercettato con il braccio il cross di Padoin. Al richiamo di Banti e Marrazzo, addetti al Var, ha risposto: «Tocco involontario, ne sono sicuro». Alla faccia di quella collaborazione che in tanti altri casi ha permesso di rimediare a sviste importanti. L'ingegnere teramano ha peccato d'umiltà e saggezza.

Ecco perché non va messo sotto accusa il Var, ma il comportamento di chi dirige sul campo. Ci sono arbitri pilateschi che si rimettono troppo spesso alla nuova tecnologia e altri, invece, che vanno avanti come se nulla fosse cambiato. Sbagliano entrambi. Se Giacomelli, che pure ha usato il Var per espellere Bonucci, Lapadula e Immobile, non ha punito il mani di Iago Falque in Lazio-Torino, e Calvarese s'è comportato allo stesso modo con Bernardeschi, il problema non coinvolge l'uso della tecnologia. La questione vera riguarda la qualità degli arbitri. E qui la palla passa a Rizzoli che, di fischietti, sbandieratori e moviolisti, è l'allenatore. Il Var non fa rima con alibi. E il partito contrario al Var appartiene al medioevo.

Il rugby è avanti mille anni luce.

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