Cannizzaro: «Il 2014 anno decisivo per il poker»

Un punto di osservazione davvero privilegiato, sia per il suo lavoro che per la sua passione per il poker che lo ha portato anche a scriverci un romanzo e un piccolo manuale già 5 anni fa quello di Andrea Cannizzaro. Tiene a specificare che le sue sono «opinioni del tutto personali», indipendenti dai propri impegni professionali. E che gioconews.it ha ripreso dal suo profilo Facebook. Andiamo quindi a vedere come la penna di Cannizzaro analizza i 5 anni di poker passati e quelli che stanno per venire. Dal primo torneo di poker online su una «punto it» sembra passato un secolo: «Nel frattempo abbiamo assistito almeno alla nascita, alla crescita e alla maturazione del gioco e del mercato che lo governa. In realtà il 2013 potrebbe essere definito l'anno in cui dalla maturazione si è passati alla vecchiaia. Quindi si potrebbe dedurre che quest'anno, il 2014 appunto, sarà l'anno del funerale del poker texano».
Così nel 2015 si tornerà a giocare i venerdì sera al vecchio e tradizionale poker, con 32 o 36 carte e tanti saluti a flop turn e river. Nei siti «punto it» rimarranno briscola scopa e burraco, oltre alle scommesse alle roulette. Andrà davvero così? «Eppure c'è qualcosa che non mi convince in tutto questo, una serie di spunti che suggeriscono di dare al texas hold'em ancora una possibilità». Di sicuro una possibilità deve esserci. Parliamo del mercato, per esempio: esiste ancora?
«Se è riscontrabile un calo importante nei numeri - risponde Cannizzaro - è altrettanto innegabile che ancora oggi ci sono molte migliaia di giocatori che si sfidano in interminabili tornei di poker sdraiati sui divani delle loro case. Anzi, rispetto ai primi anni, oggi è più semplice portarsi in giro gli strumenti e giocare ovunque lo si voglia. Conosciamo diversi mercati, nel resto del mondo, iniziati prima del nostro e tuttora vivi, magari non più floridi come un tempo, ma vivi. Vorrà dire che, se non ci sarà più spazio per tutti , ci faremo una ragione nel perdere per sempre le varie pincopallo.it per convergere in due o tre grandi network che possano garantire servizi efficienti ai giocatori».
In molti lo dicono da tempo: serve una riorganizzazione profonda dell'industria poker. Selezione e consolidamento. Ma certo sono stati tanti gli errori di chi ha gestito il giochino in questi anni. Ora come se ne esce? «Per dare nuova linfa al movimento - dice Cannizzaro - non occorre inventare nulla. La soluzione c'è già. Ogni sera migliaia di giocatori si danno appuntamento in sale da gioco reali (non online) ai confini, anzi al di fuori dei confini della legalità. Non vorrei entrare nel merito di quanto, allo stato delle cose, siano o no legittime le attività che si svolgono all'interno di questi luoghi fisici. Dico solo che, se posso fare una cosa online, tanto più deve essere possibile farla presentandomi personalmente a rispondere delle mie azioni. È' chiaro che queste attività devono essere regolamentate. Il poker live sarebbe il modo migliore per dare nuova linfa a quello online e non viceversa». La logica dovrebbe essere quella che, una volta affiliati al meccanismo del Texas hold'em attraverso il goco dal vivo, sicuramente si troverebbe piacevole avere la possibilità di passare qualche ora anche davanti al pc giocando a poker.
In ogni caso il problema è ora politico. Bisogna chiarire che cosa si vuole fare e cosa no in questo paese con il poker sportivo. «Appare chiaro adesso, che la battaglia politica deciderà gran parte delle sorti del poker live in Italia.

A tal proposito, da addetto ai lavori, mi auguro che presto si riesca a raccogliere le esigenze comuni di un intero movimento sotto lo stesso cappello. Basta guerre intestine, basta tirare l'acqua al proprio mulino. Come diceva Al Pacino in un famoso film: o risorgiamo tutti insieme o moriamo singolarmente».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica