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Carolina infinita: bronzo della rinascita

La Kostner a 30 anni dietro solo le baby stelle Medvedeva e Pogorilaya

Lucia Galli

Quando nella vita nei hai passate e vinte tante, anche fuori dal patinoire, viene il momento in cui una medaglia te la puoi davvero giocare. Lasciandoti dietro tutto e allacciando i pattini solo per la gioia di essere te stessa. Ecco, il bronzo di Carolina Kostner, conquistato ieri nella notte ceca dell'ice rink di Ostrava, non è solo la sua decima medaglia continentale - come lei nessuna ma la vittoria di una signora sull'età, sulle rughe e su chi ha cercato di graffiarla. La regina, che di ghiaccio non è mai stata, è tornata sul ghiaccio. In gara e per gioco. Relegata alle piste da festa di paese e ai gran galà dello showbiz da chi ha tentato non solo di squalificare la sua carriera, ma di condannare il suo amore già ferito da un fidanzato sbagliato, Carolina mancava dalle piste vere da quasi tre anni. A Zagabria, lo scorso dicembre, scontata la squalifica post Schwazer, aveva già infiammato i cuori. Due giorni fa il suo corto, sulle note dei Led Zeppelin ballate in chitoni bianconero, ha confermato che per lei la vita è così: dentro o fuori.

Per tornare Carolina ha cambiato tutto: si è allenata in Russia alla corte di Alexei Mishin, il terribile, medesimo, guru di Evegeni Plushenko. «Mi ha fatto provare i salti da zero, con le bambine», confessava mesi fa. Ed ora proprio con delle bimbe terribili, che in due hanno quasi la sua età, si è confrontata. Eugenia Medvedeva, con un punteggio record di 229.74, a 16 anni, sbrana l'oro. Anna Pogorilaya, l'altra matrioska quasi imprendibile con 211.39 si prende un argento a 18. Caro, d'argento vestita, è bronzo a pochi giorni dal 30° compleanno, con un ottimo 210.52 e un libero eccezionale, secondo molti il suo migliore ad un europeo. Azzecca tutti i tripli, minime le sbavature. La sua è una vittoria di grazia e coraggio. A chi cercava di dissuaderla dal tornare in pista almeno all'agonismo vero e di pensare magari a show milionari, ha sempre risposto con poche parole, stringata e tagliente come i suoi pattini: «Smetto quando lo dico io e torno solo per amore del pattinaggio». Dopo il bronzo di Sochi 2014 e le traversie legali, altro non è servito. Ah si: le musiche di Vivaldi, pattinate ieri: non le Quattro stagioni, perché lei le ha già attraversate tutte, ma quel salmo Nisi Dominus che, anche quando Dio appare lontano, non dimentica i suoi figli più cari.

Bentornata, Carolina.

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