Tappa dopo tappa

Che Italia con l’extraterrestre e il primo degli umani

Che Italia con l’extraterrestre e il primo degli umani

Incantato, da contata bellezza e forza. Incantato da un Filippo Ganna incantevole e di rara bellezza, che mulina rapporti al limite dell’umano con la semplicità di chi in bicicletta ci è nato. Nel Giro della rinascita ci troviamo due ragazzi che hanno fretta di farsi vedere: Filippo Ganna, campione del mondo, e questo Edoardo Affini mantovano come Guerra, il primo a vestire il simbolo del primato del Giro novant’anni fa. Un uno-due bellissimo e sublime, che rende la nostra primavera dolce e intensa. Non potevamo chiedere di meglio. Ganna primo per distacco, da autentico fuoriclasse, da uomo che si può già collocare nell’olimpo dei più grandi specialisti del cronometro di tutti i tempi. Edoardo Affini primo degli umani, che ha perso davvero contro un extraterrestre. Un ragazzo che è destinato nei prossimi anni, ma anche in questo Giro, a scrivere ancora pagine memorabili di storia. Ganna non vince con azioni banali, nel suo gesto atletico c’è qualcosa di magnetico che rapisce e incanta. C’è qualcosa di artistico, perché solo chi ha qualcosa di più ti porta via solo con lo sguardo. Edoardo è un ottimo atleta, che oggi sulla sua strada ha trovato qualcosa di grande, e l’ha riconosciuto, togliendosi il cappello.

Un gesto che vale una vittoria.

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