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Il Chelsea senza soldi in due settimane

Fondi per 17 giorni. Il governo espropria il club: "Chi lo vuole, parli con noi"

Il Chelsea senza soldi in due settimane

Chelsea a serio rischio default. Il futuro della società di Stamford Bridge appare sempre più incerto dopo le sanzioni adottate dal governo britannico che ha congelato tutti gli asset dell'oligarca russo, la fuga degli sponsor e le misure restrittive imposte al club (la chiusura forzata dei suoi negozi di merchandising e il divieto di vendita di biglietti per le future partite per un valore stimato di 600mila sterline perdute a gara). Anche la Nike, seguendo l'esempio della società di telefonia mobile Three, potrebbe annunciare lo stop del suo contratto di sponsorizzazione per la fornitura delle divise sportive (valore quasi un miliardo di euro per 15 anni). Intanto la banca Barclay ha sospeso i conti del club. Con giocatori che costano quasi 28 milioni di sterline al mese e i conti più recenti con riserve di 16 milioni, il Chelsea brucerebbe questi soldi in soli 17 giorni.

E se la Premier League ha concesso ai Blues una deroga fino al 31 maggio che consentirà loro di continuare a giocare, sia in Inghilterra che in Europa, ecco che ora scende in campo Downing Street: sì a una licenza speciale per proseguire la stagione e anche «se la vendita non sarebbe concessa, se dovesse presentarsi un compratore - ha spiegato il sottosegretario alla Cultura, Media e Sport Chris Philip - lui o il club possono rivolgersi al governo e chiedere di modificare le condizioni in modo tale che la cessione possa concretizzarsi». Philip ha però invitato i tifosi dei Blues a non intonare altri cori a favore di Abramovich («ha le mani sporche di sangue») come avvenuto anche giovedì nella gara in casa col Norwich, vinta per 3-1 dai Blues.

L'allenatore Tuchel ha elogiato i suoi giocatori per l'ultimo successo: «Finché avremo abbastanza magliette e un autobus per andare alle partite, saremo lì e gareggeremo duramente. Quando c'è una grande tempesta, scavi dentro, tieni duro, rimani forte e la superi». Antonio Conte è vicino simbolicamente alla sua ex squadra: «Ho amato il club, auguro a tutti i tifosi solo il meglio». «Non è una situazione della quale sono responsabili i dipendenti del Chelsea. Il responsabile è uno solo, Vladimir Putin. Non so quale sia il ruolo di Abramovich ma si può dire che sia vicino a Putin e per questo penso che il governo abbia agito nel modo giusto», così l'allenatore del Liverpool Klopp.

E i calciatori del Chelsea? Sono già in tanti a voler cambiare aria, partendo dal difensore danese Andreas Christensen, sul punto di firmare con il Barcellona che lo prenderebbe a parametro zero.

Stessa sorte possibile per il capitano Azpilicueta mentre sull'ex Roma Rudiger ci sarebbe l'interesse, tra le altre, anche della Juve.

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